Uno Studio dello IEFE presentato a Bari durante il Convegno nazionale degli ingegneri, fa il punto sulle opportunità per le professioni green
“Dall’ingegneria dello spreco a quella dell’intelligenza per innovare il sistema Italia”. Così il sociologo Domenico De Masi è intervenuto alla tavola rotonda del 56° Congresso nazionale degli Ingegneri conclusosi oggi a Bari.
“Una professione in evoluzione che deve sempre più calarsi in un modello economico e sociale caratterizzato dalla decrescita dove il problema sono gli sprechi”, ha proseguito Masi e “dove è necessario perdere il vizio di inseguire lo sviluppo ad ogni costo e adeguarsi invece alla limitazione degli sprechi e all’ottimizzazione dell’efficienza”.
In gioco, secondo una ricerca realizzata dall’Istituto di economia e politica dell’energia e dell’ambiente, IEFE Bocconi e dal Centro studi Cni, 800 mila posti nel settore dell’efficienza energetica e, altri 200 mila, nelle energie rinnovabili. In particolare, gli ingegneri potranno approffittare nei prossimi dieci anni di una disponibilità tra le 20 e le 40 mila nuove opportunità.
Basti pensare ad esempio all’edilizia che in Italia ha perso 94.000 posti nel 2009 e che, puntando sull’efficienza energetica nel settore pubblico, potrebbe creare 140.000 posti di lavoro. Da qui al 2020 un milione di colletti verdi potrebbe essere al lavoro grazie a risparmio, riciclaggio, recupero e riparazione.
Secondo poi quanto emerge dalla ricerca ‘Il futuro dell’energia’, condotta da S3.Studium e, presentata al congresso, tra dieci anni la domanda di energia in Italia sarà soddisfatta da un mix di fonti: per il 31% dal petrolio (contro il 39% attuale), per il 39% dal gas (contro il 37% attuale), per l’8% dal carbone (contro il 7% attuale), per il 18% dalle rinnovabili (contro il 12%) e per il 4% dalle importazioni (contro il 5% attuale). Sì dunque alle energie ‘verdi’, ma il percorso rimane ad ostacoli, come è stato rilevato. L’eolico sarà, infatti, concentrato nel Sud del Paese e nelle isole; mancherà, inoltre, l’espansione del settore idroelettrico perché sono stati già sfruttati i siti migliori, mentre le biomasse si svilupperanno solo dopo il 2020. L’energia geotermica sarà la meno utilizzata a causa degli elevati costi delle tecniche di esplorazione e produzione per lo sfruttamento su larga scala.
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