Firmato da Accredia l’accordo grazie al quale le verifiche degli organismi italiani saranno valide in tutta l’Unione Europea
Un percorso lungo, iniziato con la Direttiva 2003/87/CE, che ha ufficialmente istituito l’Emission Trading Scheme, il sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra che ha come obiettivo la riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020 e del 40% entro il 2030.
Nel nostro Paese sono circa 1400 gli operatori che hanno l’obbligo di mantenere sotto controllo le emissioni di CO2 nell’atmosfera e ad Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, è stato dato incarico di valutare la competenza, l’imparzialità e l’indipendenza degli organismi di verifica. Quindici gli organismi che, nella primavera di quest’anno, sono stati selezionati e che oggi, grazie all’accordo firmato da Accredia, potranno rilasciare dichiarazioni di verifica valide nell’Unione Europea.
Il quantitativo di emissioni verificate in Italia, sottolinea Accredia in una nota, è peraltro particolarmente significativo, pari ad un ammontare compreso tra 1/3 e 1/2 delle emissioni nazionali italiane (stimabili in circa 200 milioni di tonnellate di CO2). Nel nostro paese 1400 sono gli operatori che hanno l’obbligo di mantenere sotto controllo le emissioni di CO2 nell’atmosfera e che operano in settori produttivi particolarmente delicati come quelli della produzione di energia, dell’acciaio, della chimica e della raffinazione.
Grazie a questo accordo, sottolinea ancora Accredia, anche l’Italia si adegua all’obbligo comunitario di accreditamento per i verificatori che sono chiamati ad applicare lo schema Eu Ets. Sistema che prevede l’obbligatorietà di accreditamento per far sì che tutte le dichiarazioni dei gas serra emesse nel 2014 siano garantite da verificatori competenti, imparziali e indipendenti.
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