Un libro bianco del Consiglio nazionale dei periti industriali per censire la situazione in Italia
Incentivi anche per i cittadini che mettono a norma i vecchi impianti elettrici. E’ questa la proposta presentata nel gennaio 2010 all’allora Ministro Scajola dal Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e, riproposta oggi con una serie di eventi itineranti. Il 10 maggio scorso, a Bologna, si è tenuto il primo convegno e, dopo Roma e Napoli, toccherà a Milano nel corso di E.Tech Experience, la manifestazione internazionale di Fiera Milano su energia e impiantistica. Un percorso di formazione e informazione per coinvolgere e sensibilizzare tutti gli operatori sui temi della razionalizzazione dell’energia e sul concetto di efficienza energetica, attraverso l’uso di nuove tecnologie. Gli incontri sul territorio, secondo il presidente del Cnpi, Giuseppe Jogna, “vogliono anche richiamare l’attenzione della politica sul tema dell’incentivazione per le nuove installazioni più efficienti. Un uso più razionale e responsabile dell’energia, utilizzando impianti moderni, sicuri ed efficienti porterebbe evidenti benefici economici ed ambientali per l’intera collettività”.
In Italia, secondo le stime del Cnpi, 5 milioni di abitazioni private non hanno impianti, soprattutto elettrici, completamente a norma e, tantissimi sono ancora gli edifici scolastici dove è necessario intervenire. La legge di adeguamento degli impianti 46/90 risale ormai a 20 anni fa e, secondo il Consiglio nazionale dei periti: “è necessario dare il via a nuove iniziative e promuovere il rilancio dell’intera filiera della manutenzione elettrica, anch’essa colpita dalla crisi economica”.Tra le proposte dei periti industriali, quella di introdurre delle agevolazioni fiscali che prevedano la detrazione in cinque o più anni, in sede di dichiarazione dei redditi, di una percentuale dei costi sostenuti per la messa a norma di tutti gli impianti potenzialmente pericolosi. Un meccanismo che potrebbe mettere in moto un circuito virtuoso attraverso la diretta tassabilità delle attività professionali con benefici anche per l’occupazione del settore. Prima di tutto però, il censimento degli edifici pubblici e privati che porterà all’elaborazione di un Libro bianco degli impianti fuorilegge.
Un meccanismo virtuoso ma non semplice, data la crisi della fiscalità pubblica in questo momento. Spesso si dice che una tecnologia più efficiente, si ripaga da sola. I risparmi in bolletta, ripagano completamente non solo la spesa sostenuta per l’acquisto della nuova tecnologia ma anche i costi di installazione e adeguamento. Un ragionamento semplice e ovvio che però, senza adeguati incentivi, pare non abbia grande successo tra privati cittadini e aziende che, per scarsa informazione e competenza, spesso non valutano la convenienza economica di questo tipo di investimenti.
L’esperienza di 4 anni di vita dello sgravio fiscale del 55% mostra chiaramente come sia possibile risparmiare energia e, nel contempo, favorire la cultura ambientale tra l’opinione pubblica. Ad oggi, grazie a questo incentivo, secondo i dati dell’Enea, sono stati realizzati oltre 1 milioni di interventi, con un picco nel 2010 che ha visto oltre 405 milioni di di interventi di efficienza energetica. Secondo l’Enea il tutto a fronte di investimenti complessivi finora realizzati intorno agli 11,1 miliardi di euro per un importo relativo alla detrazione (cioè alle mancate entrate per le casse erariali nei prossimi anni) pari a circa 6,1 miliardi di euro. Come contropartita però, l’Agenzia per le nuove tecnologie e il risparmio energetico propone benefici economici per 10 miliardi di euro, cioè 4 miliardi in più dei costi sostenuti per le detrazioni che potrebbero derivare dai risparmi in bolletta, dalle entrate per il fisco per i prodotti e i servizi realizzati e, dall’incremento del valore degli immobili post interventi.
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