Lo dice oggi l’Agenzia internazionale dell’energia, dato che ne estraggono sempre di più e ne consumano sempre meno, ma circola qualche scetticismo
Oggi l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) ha diffuso il suo rapporto annuale sulle fonti e i consumi energetici nel mondo, spiegando che entro il 2017 gli Stati Uniti diventeranno i più grandi produttori di petrolio al mondo, superando i maggiori attuali produttori come l’Arabia Saudita e la Russia. L’Agenzia è una organizzazione internazionale intergovernativa fondata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) dopo la crisi energetica degli anni Settanta, e fino a ora non aveva mai prodotto previsioni così nette legate al futuro energetico degli Stati Uniti. Il rapporto sta facendo molto discutere e secondo diversi osservatori sovrastima le potenzialità effettive del paese nella produzione di petrolio.
Il rapporto AIE dice che «gli Stati Uniti, che attualmente importano circa il 20 per cento del loro fabbisogno energetico, diventeranno del tutto autosufficienti in termini netti», con un notevole cambiamento degli attuali flussi commerciali di petrolio. I principali paesi esportatori dirotteranno parte delle loro forniture verso l’Asia, con probabili cambiamenti anche nei rapporti politici internazionali.
Come spiegano sul Financial Times, gli Stati Uniti potrebbero quindi cambiare il loro atteggiamento in politica estera. Potrebbero disinteressarsi progressivamente alle principali rotte e oleodotti per trasportare il petrolio per il loro consumo interno. Altri paesi orientali, a partire dalla Cina, potrebbero invece fare il contrario per assicurarsi un maggiore controllo di una risorsa fondamentale per i loro ritmi di sviluppo. D’altra parte il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ripete da anni di essere convinto che l’indipendenza dal petrolio straniero sia indispensabile per la politica estera ed economica del paese.
A questo punto si tratterà di capire le prossime mosse di Barack Obama in materia di green economy e su come “intende gestire il cambiamento di un’economia basata sulle fonti fossili a quelle alternative”. Forse, con l’indipendenza energetica alle porte, le energie pulite potrebbero anche diventare molto meno interessanti. Del resto, parole di Obama, “il meglio deve ancora venire”.
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