Rosette come kilowatt per spiegare un mondo che sta rapidamente cambiando e che si dovrà inevitabilmente confrontare con le liberalizzazioni. Fondamentale è capire quanto pane si consuma, da chi lo si compra e soprattutto quanto costa al netto delle rendite garantite.
E’ proprio vero che stiamo tornando al tempo della chiarezza, dei risultati verificabili e dell’efficacia dimostrata. In tutti gli ambiti, persino in quello dell’energia che non brilla certo per comunicazione trasparente, siamo arrivati ad usare il pane per far capire che l’energia è un bene primario, di cui non possiamo fare a meno.
A tale proposito, se ancora non avete chiaro che l’energia è come “la cara e vecchia michetta”, guardatevi il nuovo video di Assoelettrica (pensato da Enel e Chicco Testa) per capire che senza energia non si mangia. In realtà però, almeno a quanto racconta il video realizzato dall’Associazione dei produttori di energia elettrica, più consumi e più dovresti pagare proprio perchè è un bene di prima necessità e oltre una certa quantità è giusto farsi remunerare. Ma non solo. Se lo usi fuori casa, ad esempio nella seconda abitazione di campagna, vuol dire che non hai problemi economici e quindi puoi tranquillamente pagarlo qualcosa in più.
L’energia come valore imprescindibile quindi? O, semplicemente, un tentativo per rispondere a un mercato che sta rapidamente cambiando in tutto il mondo e che le liberalizzazioni (più presunte che reali) e le associazioni dei consumatori stanno cercando di mettere in discussione, almeno in Italia? Del resto, il convegno di apertura della settima edizione del Festival dell’Energia, segna i tempi che cambiano. Una sala mezza vuota e un convegno dove la maggior parte dei partecipanti sono i soliti addetti ai lavori a fronte di un tema che dovrebbe invece interessare un’ampia platea. “L’energia bene comune, risorsa per l’umanità”, questo il titolo del talk show di inaugurazione. E i numeri parlano chiaro.
Nel mondo, secondo i dati presentati stamattina da Jacopo Daniele Bonan – Assegnista di Ricerca Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Laboratorio Expo, 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’energia e 2,6 miliardi usano ancora le biomasse, ovvero la vecchia stufa o il fuoco per scaldarsi e cucinare. In Europa i cittadini in condizione di povertà energetica sono tra i 50 e i 12,5 milioni e, tra i paesi europei, chi ha riconosciuto ufficialmente la povertà energetica sono solo Irlanda, Regno Unito e Francia. E oggi chi soffre di “povertà energetica” ha difficoltà a mantenere la propria casa riscaldata, non riesce a saldare le bollette o a sostituire porte, finestre, tetti e pavimenti. A peggiorare la situazione poi ci si mette il costo dell’energia. Chi non riesce a pagare le bollette (il 12,5% dei cittadini europei;l’11% degli italiani), si indebita e diventa sempre più povero: un circolo vizioso dove il il caro bollette equivale spesso a un basso reddito e a una bassa efficienza energetica.
Chi può permetterselo quindi può comprare la briosche ogni mattina mentre chi con il pane ci sfama una famiglia, dovrà trovare delle valide alternative. Ma come direbbe la Giulia da Pisa nell’esilerante video “della schiacciata con la cecina” che fa il verso allo spot della Coca Cola, “sapete una sega voi della crisi”.
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