Qualità della vita e impatto ambientale preoccupano di più le popolazioni locali; il comparto elettrico rimane tra gli elementi di maggiore opposizione mentre, a sorpresa, aumentano i no da parte di politici e istituzioni.
I risultati emersi dall’analisi 2013 dell’Osservatorio registrano, per la prima volta, una flessione nel numero di opere contestate, fermandosi a 336 impianti contro i 354 censiti nel 2012. In particolare, sono 108 le contestazioni rilevate per la prima volta nel 2013 contro le 151 emerse nel 2012. Questa riduzione è imputabile anche al calo reputazionale del Paese e alla revisione del sistema di incentivi, che ha reso meno conveniente per gli operatori proporre nuovi progetti di produzione di energia da fonte rinnovabile, fotovoltaico in primis.
Più di 1 contestatore su 2 lamenta preoccupazioni sugli effetti della qualità della vita e sull’impatto ambientale dell’opera proposta, oltre a denunciare possibili carenze nell’iter procedurale piuttosto che un coinvolgimento non sufficiente della popolazione. All’anagrafe dei contestatori, emerge che quasi la maggioranza degli oppositori viene dal mondo della politica e delle istituzioni (48,5%), staccando le proteste di tipo popolare e quelle di natura ambientalista o sindacale.
Le opposizioni vedono una forte prevalenza del comparto elettrico, in conformità con i dati rilevati dalle passate edizioni, e una consistente incidenza degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (87,4%), nonostante il consenso formale e generalizzato di cui godono rispetto alle fonti fossili tradizionali. Il dato va però letto anche in funzione di una diversa prospettiva dimensionale degli impianti “rinnovabili”, di dimensioni più ridotte e maggiormente diffusi sul territorio rispetto agli impianti convenzionali.
Lo scenario sulle contestazioni alla realizzazione di impianti di pubblica utilità, delineato dall’analisi dei dati 2013 dell’Osservatorio, sembra quindi allontanare ancora una volta la possibilità di una chiave di lettura risolutiva del fenomeno. Sono infatti ancora molti gli ostacoli da superare per un effettivo rilancio infrastrutturale ed economico del Paese, basato su un percorso di sviluppo sostenibile e partecipativo, omogeneo e completo, delle opere e dei progetti che subiscono una qualche obiezione in Italia.
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