L’edilizia scolastica e il suo efficientamento, uno dei temi chiave della politica del neo premier Matteo Renzi, che stamattina ha incontrato ragazzi e insegnanti della scuola multietnica alla periferia di Treviso. Con un intervento su circa il 35% del totale (15.000 edifici), a fronte di un investimento di circa 6.5000 milioni di euro si potrebbe arrivare a risparmiare 328 milioni di euro, oltre al recepimento della direttiva europea sull’efficienza energetica.
“Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”, twitta Renzi mentre, in conferenza stampa, ribadisce la volontà di ridurre di 10 miliardi il cuneo fiscale. “L’Italia – ha sostenuto Renzi – diventa grande ed importante solo se si riesce ad investire nella scuola. Per questo noi abbiamo deciso di partire da qui dopo che negli ultimi anni gli insegnanti sono stati considerati un po’ poco” “Per noi la scuola è un luogo da cui ripartire, e nelle prossime ore con il ministro Giannini a palazzo Chigi studieremo come attuare il piano straordinario per l’edilizia scolastica, uno dei motori di sviluppo“.
Un’opportunità per ripartire ma anche una leva importante per ridurre i consumi ed abbattere i costi energetici della pubblica amministrazione. Secondo gli ultimi dati di Enea sui consumi degli edifici pubblici, in Italia lo Stato spende circa 4,5 miliardi di euro in energia e circa 1,6 miliardi di euro in riscaldamento. Cifre al netto dei consumi cosidetti non investigati, vale a dire per alimentare gli apparati da ufficio (computers, stampanti ecc) e i sistemi di sollevamento (ascensori e montacarichi).
Il settore scolastico è sicuramente quello dalle potenzialità più interessanti dal momento in cui stiamo parlando di 43.000 unità sparse su tutto il territorio italiano (Nord 17.000 unità; Centro 9.500; Sud 16.500). Con un intervento su circa il 35% del totale (15.000 edifici), a fronte di un investimento di circa 6.5000 milioni di euro, si potrebbe arrivare a risparmiare 328 milioni di euro.
Una bella boccata di ossigeno che potrebbe portare a un duplice risultato: da un lato la riduzione dei costi energetici e dall’altro evidenti benefici per l’economia del settore del risparmio energetico e dell’edilizia. Il tutto poi a fronte di “piccoli interventi” attuabili fin da subito come la sostituzione di infissi, l’isolamento termico, la sostituzione di valvole termostatiche, la regolazione dell’impianto di illuminazione, l’utilizzo di lampade ad alta efficienza, la sostituzione dei generatori di calore.
E i soldi? Secondo Matteo Renzi questi investimenti si ripagherebbero da soli grazie ai risparmi in bolletta, in 21 anni, con una incentivazione pubblica statale paragonabile all’attuale 65%. Un piano straordinario che, tra l’altro, consentirebbe di adempiere alla tanto invocata direttiva europea sull’efficienza energetica che l’Italia non ha mai recepito e che prevede, entro il 30 aprile prossimo, l’invio a Bruxelles del piano Strategico pluriennale per il risparmio energetico degli edifici pubblici e privati.
Intanto, tra una direttiva da recepire e dei fondi da reperire, i ragazzi delle scuole italiane potranno contattare il premier Renzi per segnalare se qualcosa non va. Tutti gli studenti possono scrivere a matteo@governo.it e possiamo starne certi che le cose da segnalare non mancheranno dal momento in cui il patrimonio scolastico italiano è uno dei più vecchi, nonchè dei più fatiscenti. Speriamo solo che il futuro e l’educazione dei nostri figli non servano per fare propaganda politica.
Leggi qui il rapporto Enea sulle potenzialità degli interventi di efficienza energetica negli edifici pubblici
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