L’ecomafia prima di portarla in tribunale andrebbe sconfitta sul terreno economico, per sottrargli ogni alibi e spazio di consenso sociale: l’analisi di Antonio Pergolizzi su La Stampa
“Scalzare i monopoli dei signori dei rifiuti con impianti all’avanguardia di recupero di materia, tarati sulla base delle esigenze dei territori, per trasformare un costo in valore, un ammasso di vecchia plastica nel telaio di uno scooter, soppiantando discariche e mettendo a dieta i trafficanti di monnezza. Oppure, combattere l’ecomafia con una bioraffineria a filiera corta, trasformando scarti alimentari e vegetali in biocosmetica, prodotti farmaceutici, biocarburanti, coloranti naturali, biolubrificanti, bioplastiche.”
Antonio Pergolizzi, Coordinatore Osservatorio Nazionale Ambiente & Legalità di Legambiente, evidenzia come il crimine ambientale vada combattuto principalmente con una nuova economia, espressione di una cultura profondamente diversa: più responsabile, più legata alle comunità e ai loro bisogni, più partecipata, più green e finalmente rispettosa della fragilità degli ecosistemi.
Leggi qui l’articolo di Antonio Pergolizzi su La Stampa
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