Schiavi del fotovoltaico: nuovo blitz in Salento, scoperti 564 irregolari. Le indagini partite due anni fa con lo scandalo della società Tecnova che sfruttava i migranti per la costruzione dei parchi energetici nelle campagne del Salento. Una storia che fece indignare tutta l’Italia e che oggi Repubblica, pagine di Bari, riporta alle cronache.
Costretti a lavorare nei campi di silicio, nei parchi fotovoltaici del Salento, sottopagati e pesantemente sfruttati; senza che gli fossero riconosciuti i diritti in materia retributiva, assistenziale e previdenziale. La piaga degli immigrati tenuti come schiavi dai padroni dell’energia segna un nuovo capitolo, dopo la pagina nera dell’aprile del 2011 quando scoppiò lo scandalo Tecnova e la rivolta dei migranti che si ribellarono per ottenere il pagamento della loro mano d’opera, denunciando le condizioni in cui venivano ridotti, pur di lavorare.
La guardia di finanza di Brindisi ha scoperto 329 lavoratori impiegati in nero nei campi fotovoltaici e altre 235 persone per le quali sono state riscontrate irregolarità di tipo contributivo. Di questi, moltissimi sono stranieri di origini africane. In tutto, sono state rilevate dai militari del nucleo di polizia tributaria 564 posizioni irregolari. Le nuove indagini scaturiscono proprio dagli arresti di 15 persone fatti due anni fa nell’ambito della complessa attività investigativa che portò alla scoperta di un’associazione per delinquere e interessava in particolare la società Tecnova, operativa tra Brindisi e Lecce.
Mentre gli accertamenti sono in corso, anche il Comune di Brindisi si è costituito parte civile con due distinte delibere della giunta municipale. Secondo il Quotidiano di Puglia, pur non essendo esplicitato quali sono i processi in questione, basta dare un’occhiata ai nomi delle persone contro le quali il Comune si è costituito, ossia Javier Ignacio Ledesma Romero (già implicato nel caso Global Solar Fund e nel frazionamento illegale dei terreni), oltre ad Antonio Colangelo (presumibilmente indagato nell’operazione Helios sulle attività dei fratelli DeGennaro). Il primo procedimento ha a che fare con i cosidetti “schiavi” del fotovoltaico della Tecnova, mentre il secondo riguarda la lottizzazione abusiva e la indebita percezione di contributi europei per undici milioni di euro.
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Che tristezza. Alla faccia della “green economy”.
Del resto sono anni che vengono denunciate le infiltrazioni delle mafie nel fotovoltaico e nell’eolico. “Pranzo ricco, mi ci ficco”.
Ma, senza fare polemiche politiche, il buon Vendola non si è accorto di nulla?
REPORT di RAITRE, Legambiente, Lucia Navone, denunciano da anni e tutti fanno i filosofi?
Le colpe sono, come sempre, spalmate a tutti i livelli: cittadini, forze dell’ordine, funzionari pubblici, tutti girati dalla’altra parte.
Allora mettiamoci in testa che non basta un pannello fotovoltaico o un generatore eolico per fare gli ambientalisti; senza diritti umani, sociali e sindacali non c’è nessuna “GREEN ECONOMY”.