Bianco, rosso e green economy è anche storie, storie di un settore che spesso non ha volto e anima ma cifre, spesso strabilianti, peraltro mai confermate. Proprio oggi su Affari & Finanza, in un articolo di David Brooks, giornalista del New York Times, si parla di “promesse tradite della Green Economy”. Secondo l’Investor’s Business Daily, la dirigenza americana della Johnson Controls ha trasformato i 300 milioni di dollari di incentivi ricevuti per incoraggiare le tecnologie pulite in 150 posti di lavoro: nel 2008 alla Convention del partito Barack Obama promise di creare cinque milioni di posti di lavoro nella Green economy. La cosa assurda è che lo stesso Affari e Finanza, qualche pagina più in là, riporta la tendenza per il mercato italiano: nel Bel Paese, secondo Giovanni Hausmann, direttore di un master a indirizzo specialistico potremo contare addirittura su 150 mila posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Le evoluzioni pirotecniche della green economy di casa nostra non conoscono limiti. In futuro, saremo persino più bravi degli Stati Uniti!
Più volte ho cercato di dare un volto alla green economy raccontando le storie vere di Maria, Pasquale, Michela, dei tanti operai della ISI di Scandicci, dei manager e delle aziende che non accettano il cambiamento delle regole da parte dello Stato italiano. Testimonianze importanti che non sono solo numeri ma che parlano di quotidianità cercando di raccontare le difficoltà, i problemi e le frustrazioni di chi ha voluto scommettere su un settore nuovo.
A scommettere sono ancora in tanti e, ogni tanto, c’è chi le scommesse le vince anche in un settore, come ad esempio quello del solare, che spesso vuol dire tanta finanza e poca industria.
A raccontarlo è Paolo Mutti, Amministratore Delegato di Solsonica (Gruppo EEMS) che ha appena raggiunto il record di vendite di pannelli fotovoltaici con una crescita del 48% rispetto allo stesso periodo del 2010. Solsonica è una società controllata dal Gruppo EEMS, multinazionale quotata al segmento Star di Borsa Italiana che opera da oltre 40 anni nel mercato dei semiconduttori e che ha saputo reinventarsi un nuovo business, dando la possibilità a centinaia di persone di mantenere il proprio posto di lavoro.
Paolo Mutti è un imprenditore, forse un imprenditore un po’ atipico che detiene oltre 60 brevetti e che è anche ingegnere nucleare e Phd in Scienze dei materiali a Oxford. Si racconta senza seguire gli schemi imposti di solito ad un Amministratore Delegato di una grande azienda.
“In effetti, potrebbe tradire che io nasca come ingegnere nucleare. Ma sa, erano gli anni 80, il dibattito sul nucleare era aperto, le possibilità di un suo sviluppo immediato sembravano una realtà già in essere. Poi cambiò il vento ed io iniziai ad appassionarmi di silicio. Sono stato crescitore di silicio per alcuni anni vicino a Bolzano presso la MEMC , ma già iniziavo ad alimentare il mio sogno verso il mondo delle rinnovabili ed in particolare nel solare. La mia ricerca mi portò a conoscere Solsonica alla fine del 2008. Iniziai come consulente, responsabile della tecnologia. Mi accorsi subito di non essere entrato in un posto qualsiasi, ma in un vero centro di eccellenza produttiva, con forti competenze di processo ma anche una straordinaria attitudine all’innovazione Mi convinsi subito che questo era il posto giusto per realizzare il mio progetto imprenditoriale nel solare e, insieme con la mia famiglia, ne sono divenuto il detentore del pacchetto di maggioranza”.
Alla domanda di come Solsonica è riuscita, nel 2007, a ricollocarsi sul mercato e a ridare nuova vita a un’industria, quella dei semiconduttori di Cittaducale in provincia di Rieti che allora dismetteva la propria attività per riconvertirla nel Far East, Mutti risponde con un solo termine: visione.
“A cui”, aggiunge, “la grande attitudine di tutta l’organizzazione , non solo manageriale, ad affrontare nuove sfide imprenditoriali e a cambiare pelle al mutare degli scenari. Il F ar E ast è il baricentro del mercato dell’elettronica. Lì si trovano i maggiori produttori e assemblatori di memorie per l’elettronica di consumo, bacino da cui attingono i colossi dell’elettronica, IBM, Nanya, Sansumg etc.. EEMS è tra le uniche ad essere ancora insediata in un paese Europeo”.
La storia di Solsonica è una storia italiana dove, per vincere la concorrenza, si sono sviluppate nuove attività che hanno portato alla terza rinascita dell’industria della provincia di Rieti. “Nel 1969″, mi spiega Mutti, “si insediava a Rieti lo stabilimento produttivo di Texas Instruments, le “famose” calcolatrici con funzioni scientifiche. Nel 1995 Texas decide di chiudere gli insediamenti produttivi in Italia e, con un’operazione di management buy out, nasce EEMS. Presto, vista la consolidata esperienza nel mondo dei calcolatori e nelle memorie, EEMS diventa un primario service provider internazionale per il testing ed il packaging delle memorie a semiconduttore, mercato molto aggressivo soprattutto dal punto di vista dei prezzi e del rapido adeguamento tecnologico. Ricollocazione dell’attività di testing e packaging di memorie in Cina, con la creazione di due stabilimenti con oltre 1.500 dipendenti, riconversione industriale dello stabilimento di Cittaducale (RI) a fotovoltaico. Era il 2007, il primo conto energia era appena nato. Entrare in questo settore era una scommessa per chiunque. La sensazione era che prima o poi il fotovoltaico avrebbe preso campo a livello globale e noi eravamo tra i migliori conoscitori della materia prima: il silicio. Ecco che nasce Solsonica”.
Nel 2010 Solsonica è diventato il primo produttore nazionale di celle e moduli fotovoltaici, in termini di volumi e di fatturato. Un primato che ha visto però momenti difficili con a rischio centinaia di posti di lavoro. “Nel passaggio delle produzioni di memorie dall’Italia alla Cina“, prosegue ancora l’AD di Solsonica, “ci siamo trovati a vivere una fase industriale delicatissima. Abbiamo dovuto attuare la cassa integrazione per i nostri 260 dipendenti, in attesa di partire a pieno regime con il fotovoltaico. In tre anni, abbiamo reintegrato tutti i dipendenti, abbiamo completato il processo di riqualificazione di tutte le professionalità per renderle competitive sul nuovo business, abbiamo triplicato la capacità produttiva nella produzione di celle e moduli“.
La parola d’ordine è innovazione e per Solsonica, ormai da anni, ricerca e sviluppo fanno parte del DNA aziendale. “Innovarsi di continuo”, secondo Mutti, “è l’unico modo per rimanere oggi sul mercato in qualsiasi settore. L’innovazione tuttavia ha varie facce e non bisogna tralasciarne nessuna: riguarda la tecnologia, il prodotto, il processo, il servizio etc… Bisogna essere pronti a rispondere alle attese di un mercato, che sta diventando sempre più esigente, anche in questo settore, al crescere delle proprie competenze. Noi ci siamo dati un obiettivo. Avere sempre qualcosa di innovativo da presentare al mercato ogni 3-4 mesi. E’ un obiettivo sfidante, spesso difficile da realizzare, ma anche l’unico per non rimanere legati al mercato delle commodities”.
Alla domanda su come vede il fotovoltaico oggi e su quali sono le previsioni di crescita del settore, Paolo Mutti conferma le previsioni dei maggiori analisti, con il pragmatismo che lo contraddistingue.
“Il fotovoltaico cresce e crescerà in futuro con o senza incentivi. Il quadro regolamentare dovrebbe essersi stabilizzato per i prossimi 3-5 anni, cosa che dà alle imprese maggiore capacità previsionale sui piani di investimento e di sviluppo futuro. Gli incentivi ridotti, dovrebbero aver fatto scrematura di chi stava in questo settore solo con intenti speculativi. L’opinione pubblica sta iniziando ad avere maggiore familiarità con la questione delle energie rinnovabili ed in particolare, sul fotovoltaico. Presto ci si renderà conto che il fotovoltaico è un ottimo investimento, a prescindere dalle tariffe incentivanti”
In ultimo, il nodo banche e finanziamenti che, secondo l’Amministratore Delegato di Solsonica: “non hanno mai smesso di avere fiducia nel settore.I finanziamenti al fotovoltaico hanno avuto un vero e proprio boom in Italia negli ultimi due anni. Stime condotte da uffici studi di auterovoli gruppi bancari dicono che il settore del credito abbia erogato finanziamenti su progetti fotovoltaici per oltre 40 mld di euro solo nell’ultimo anno. Tuttavia la stretta creditizia, figlia della recente crisi globale, impone alle banche di avere un atteggiamento più cauto, di eseguire delle due diligence accurate e di fare una valutazione approfondita del rischio. Ma questo vale oggi per il nostro settore, come per tutti gli atri settori dell’economia”.
E’ dura scardinare e remare contro mentalità e meccanismi che per tutti risultano assodati! Il green è concetto neonato per i cervelli di molti e il sistema non aiuta a portarlo avanti oltretutto spesso cerca di snaturarlo!
In Italia poi come sempre arriviamo più tardi e “traduciamo” le cose a modo nostro ma sono fiducioso che il futuro dei miei figli possa essere più consapevole rispetto a tali problematiche.
Un apprezzamento a chi fattivamente si batte per portare avanti le nuove energie e la filosofia che con esse nasce!
EEMS è un esempio e in primis ha rinnovato i dipendenti arricchendoli di nuove competenze e continuando a dare loro un lavoro!
Forza green! Complimenti al blog.
Solsonica è un esempio virtuoso ma non sempre gli imprenditori italiani la pensano allo stesso modo. Vedi ad esempio la recente storia di MX Group o la ISI di Scandicci o l’Elettronica Santerno di cui ho raccontato nello spazio “Green economy de noantri”. Anch’io ho una figlia e la scuola sta già facendo qualcosa per formare una coscienza ecologica fin da piccoli. Il problema però rimangono la nostra classe dirigente e i politici che non sono certo un buon esempio!
Grazie per i complimenti e buon lavoro
Condivido in pieno il commento dell’Amministratore Delegato di Solsonica, indubbiamente il quarto conto energia prevede una riduzione degli incentivi,però nello stesso tempo esso determina una “scrematura” delle società nel settore delle rinnovabili. A mio avviso sono molte le aziende improvvisate nel settore, poche che effettivamente conoscono bene la materia e hanno effettivamente come “mission” lo sviluppo delle energie rinnovabili!. Bisogna essere sia competitivi, investendo nella tecnologia, che conoscere bene il settore.
Grazie Giusy. Concordo con te e penso che i prossimi due anni saranno decisivi per fare “piazza pulita” e far crescere il settore in modo sano. Non più solo competizione su prezzi e offerte ma soprattutto valori che le aziende del settore dovranno trasmettere al mercato. La grande sfida sarà capire perchè in futuro bisognerà comprare energia solare anzichè energia tradizionale. Essere bravi e avere le spalle grosse sarà importante ma essere affidabili e avere prodotti di qualità, lo sarà ancora di più.
Grazie Lucia.
Saluti
Simone C.
Grazie a te Simone. Ci vorrebbero più aziende come Solsonica, in Italia.