Lo prevede il documento sulla Strategia nazionale (Sen) che il governo si appresta a varare. Interventi sull’edilizia residenziale e pubblica per risparmiare
Più che il fotovoltaico (green economy) il governo punta a incentivare l’efficienza energetica, la cosiddetta «white energy,» che comprende anche gli interventi sull’edilizia residenziale e pubblica mirati al risparmio energetico e a ridurre le emissioni di CO2.
È l’indicazione del documento quadro che disegna la strategia energetica nazionale fino al 2020 (Sen) con le sette priorità: idrocarburi, gas, rinnovabili, efficienza energetica, mercato elettrico, distribuzione carburanti, governance.
Spinge più la white che la green economy delle energie rinnovabili.
Il governo si appresta a vararlo, come annunciato ieri dal sottosegretario allo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, mentre è in arrivo, a giorni, il nuovo decreto Sviluppo, secondo quanto ha fatto sapere ieri il ministro per lo sviluppo economico e infrastrutture.
Corrado Passera, durante il question time, ha detto anche che sarà recepita in anticipo di sei mesi, entro il 16 novembre, la direttiva Ue sui ritardati pagamenti della p.a. alle imprese e tra le imprese.
Riguardo gli incentivi al fotovoltaico termineranno con l’esaurirsi del Quinto conto energia, si legge nel documento quadro che il governo ha messo in consultazione.
Diventeranno stabili, invece, seppure rivisti e rimodulati, quelli destinati all’efficienza energetica che interesserà i settori dell’edilizia, trasporti e elettrodomestici.
Una certezza, quella degli incentivi «per l’efficientamento energetico delle case» che il ministro Passera ha ribadito ancora lunedì alla convegno organizzato alla Bocconi sulle imprese d’eccellenza davanti alle sfide dell’economia globale.
Il ministro ha dichiarato che il governo «ha cancellato 42 leggi di incentivi non automatici e che per il futuro gli incentivi saranno previsti soltanto per certi settori.
Di sicuro», ha affermato, «ci sarà il bonus per l’efficientamento energetico delle case, come quello per i cosiddetti cervelli assunti dalle imprese».
Riguardo gli incentivi al fotovoltaico, Passera ha rimarcato la necessità di ridurli, perché in passato si è esagerato, sbagliando qualcosa, ha fatto capire, «Bisogna correggerli», ha detto, «170 sono i miliardi già impegnati, con una rendita di 10 miliardi per i prossimi anni».
La necessità di un ripensamento politico al riguardo è stata sottolineata anche da Bankitalia, ieri, durante l’audizione alla commissione attività produttive.
«Le famiglie e le imprese risentono del peso crescente degli oneri che gravano sulla bolletta elettrica per finanziare lo sviluppo delle fonti rinnovabili», ha sostenuto il direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali di Bankitalia, Daniele Franco, mentre i costruttori dell’Ance presieduta da Paolo Buzzetti, nell’audizione di martedì alla commissione Industria, commercio e turismo del senato, hanno indicato azioni e strumenti che il governo dovrà adottare per superare le barriere che «finora hanno impedito di raggiungere gli obiettivi di risparmio e di efficienza energetica da parte del settore dell’edilizia al quale il piano del governo riconosce un ruolo centrale attribuendole per il solo settore residenziale un potenziale risparmio energetico pari a 60 mila gwh l’anno».
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Tanto per ritornare sull’argomento degli incentivi alle rinnovabili e la necessità di adottare adeguate misure per combattere l’inquinamento, segue un link e la considerazione dei medici a riguardo dell’inquinamento ambientale:
http://www.ilmattino.it/napoli/citta/tumori_in_aumento_30mila_nuovi_casi_in_un_anno_allarme_dei_medici_per_ambiente_bonifiche_o_sar_catastrofe/notizie/222103.shtml
Grazie Massimo per l’approfondimento. Non mi è chiaro cosa c’entrino le energie rinnovabili (almeno in questo caso). L’articolo parla di bonifiche (immagino trattandosi di Napoli si riferisca anche a Bagnoli). E’ fuor di dubbio che non possiamo più vivere in condizioni ambientali “così precarie” (vedi l’ILVA di Taranto) ma l’industria pesante nulla ha a che fare con le rinnovabili (e gli incentivi). Una politica industriale sulle rinnovabili – e non solo in Italia – si è dimostrata fallimentare. Le potenzialità invece ci sono e su questo nessuno discute (incentivi o meno). Ma la salute è un’altra cosa e le bonifiche pure.
Tanto per far capire, questo è il titolo di un articolo della Repubblica:Compensi milionari per i vertici di Eni ed Enel.A Scaroni 6 milioni e a Conti 4,3 milioni. Questi stipendi non si sentono sulle Bollette?
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/04/06/news/compensi_milionari_per_i_vertici_di_eni_ed_enel_a_scaroni_6_milioni_e_a_conti_4_3_milioni-32877572/
ancora con questa storia che le fonti rinnovabili gravano sulla bolletta elettrica. Se le fonti rinnovabili sono un sistema che permette non solo di produrre corrente ma anche di abbattere l’inquinamento, la conseguenza sarà una riduzione della spesa pubblica per il reparto ospedaliero e un miglioramento della qualità della vita. credo che la maggior parte dei cittadini sia disposta a questo, d’altronde hanno imposto una tassa iniqua sulla casa. Che presa per i fondelli questi tecnici