Mentre si discute se rinnovare il sostegno alle aziende dell’energia pulita nel bilancio per il 2013, un’inchiesta condotta dal Wall Strett Journal fa il punto sugli incentivi: un flop sul fronte dell’occupazione. Al punto che, dall’inizio del piano di sostegno, i dipendenti del settore sono diminuiti
Alfredo Garcia è uno dei tanti abitanti di Webb County, in Texas, che ha aspettato il denaro proveniente dagli incentivi federali come una manna dal cielo. Garcia ha aumentato la capienza del suo ristorante messicano da 80 a 120 posti, prevedendo un’invasione di nuovi clienti in arrivo dal vicino parco eolico di Cedro Hill, un progetto avviato grazie a 108 milioni di dollari provenienti dai contribuenti americani. Ma una volta completato, Cedro Hill ha assunto solo tre dipendenti e il ristorante di Garcia, Aimee’s, ha fatto richiesta per la bancarotta assistita.
Questa una delle storie raccontate nell’articolo di Ianthe Jeanne Dugan e Justin Scheck del Wall Street Journal, pubblicato il 25 febbraio scorso da Milano Finanza.
Secondo l’inchiesta il numero di nuovi posti di lavoro creati dalla green economy di Obama è nettamente inferiore alle cifre ufficiali. In piena campagna elettorale il Consiglio dei consulenti economici ha sostenuto che le spese per gli incentivi hanno creato, nel corso del secondo trimestre 2011, tra i 2,2 milioni e i 4,2 milioni di posti di lavoro invece dei 100 mila posti di lavoro previsti.
Le imprese Usa hanno ricevuto oltre 10 miliardi di euro per creare occupazione ed energia rinnovabile attraverso la costruzione di parchi eolici, progetti sull’energia solare e altre alternative al petrolio e al gas naturale, di cui si parla nella sezione 1603 dell’American Recovery and Reinvestment Act del 2009. Il programma è terminato a dicembre e il presidente Barack Obana la scorsa settimana ha proposto di riattivarlo nel bilancio 2o13. Senza queste spese, hanno affermato gli stessi consulenti, l’economia verserebbe in condizioni ben peggiori.
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