Prosegue il tour di presentazione del libro/inchiesta sulle energie rinnovabili che si concluderà a Milano il 15 maggio. “Il sole le ali e la civetta” arriva in Puglia: dopo il Veneto, il Molise, la Brianza e la Toscana, il 28 e il 29 marzo sarà la volta del Salento, uno dei “luoghi simbolo” del libro. E poiché ogni giornalista non è mai solo nel proprio racconto, con l’autrice presenteranno il libro Danilo Lupo e Nicola Antonio Pezzuto, giornalisti pugliesi d’inchiesta che, come tanti altri, hanno seguito le vicende legate alle energie pulite. Modera gli incontri, Paola Bisconti giornalista e blogger.
Eccomi qua, in terra di Puglia. Una terra raccontata in pagine e pagine di libro i cui colori sono così belli da lasciarmi senza fiato. La luce ti acceca ma il sole è qualcosa di unico. Siamo a marzo ma è già caldo, invadente e senza rispetto di chi, come me, arriva da una città uggiosa e da un’inverno particolarmente piovoso. Ed è proprio questo sole al centro di alcune insane passioni che racconto ne “Il sole, le ali e la civetta”. Una su tutte: la passione dei russi (e dei cinesi) per il sole italiano.
Una regione dove non sono ancora noti i risultati di anni e anni di deregulation sul fronte delle rinnovabili e dove la politica la fa da padrona, senza preoccuparsi di ciò che la stessa legge sulle energie rinnovabili prevede: cioè l’informazione e il coinvolgimento dei cittadini. Invocare la trasparenza è forse d’obbligo? Già perchè in questa regione, come peraltro in tante altre, la trasparenza sembra essere venuta meno. Manca un registro degli impianti, la Regione ne imputa la responsabilità ai Comuni e nel frattempo le inchieste giudiziarie vanno avanti, a suon di processi e sentenze del TAR che non arrivano o che arrivano a creare ulteriore confusione.
Peraltro, se si chiede un’intervista al vicepresidente della Regione Puglia non si riceve neanche: “un no comment“. E’ vero, era già accaduto in passato con il Governatore pugliese, Nichi Vendola. Come cittadini abbiamo il diritto di sapere come vengono spesi i nostri soldi ma abbiamo il dovere di chiederlo. Solo attraverso la consapevolezza, certi fenomeni (e certi personaggi), potranno essere arginati. Se così non faremo, saremo sempre ostaggio di lobby e interessi di parte e non saremo mai protagonisti del processo di cambiamento. Le energie rinnovabili, in questo senso, potevano già essere un bel segnale. Più lavoro, meno inquinamento, meno fonti fossili, con la possibilità di gestire l’energia in autonomia e di abbattere i costi. Senza dimenticare che là dove non c’è trasparenza i “soliti noti” prendono il sopravvento. E allora, come diceva mio nonno: “Avanti Savoia”, tutti in Puglia ad investire che c’è posto.
La Puglia è stata ed è ancora la regione dei record per le energie rinnovabili: l’8,9%della produzione nazionale di energia alternativa è pugliese. Secondo i dati statistici 2012 del Gestore dei Servizi Elettrici, la Puglia è la quarta regione a livello nazionale e la prima nel Sud Italia. In particolare, la fa da padrona nel solare, con il 18,5% della produzione nazionale, perlopiù da grandi impianti a terra, doppiando l’Emilia Romagna che è al secondo posto con il 9,3%. Per l’eolico, la quota di produzione è pari al 24,1%, primo posto che la Puglia si contende con la Sicilia; mentre per le bioenergie è all’11,8%, dopo Lombardia ed Emilia Romagna .
“La cosa più assurda è che neanche un centesimo dei soldi spesi dalle aziende straniere in Puglia è rimasto sul nostro territorio. Non un pannello prodotto nella nostra regione è stato mai montato in questi campi. Mi chiedo come si possano incentivare delle aziende se poi l’impresa non ha nessun tipo di sensibilità sociale” (Da “Il sole, le ali e la civetta”, Antonella Cazzato, CGIL Lecce
A fronte di questi risultati però non mancano i paradossi: in Puglia, come peraltro in Molise o in Sicilia, si produce più energia di quanta se ne abbia bisogno. Un dato peraltro evidenziato anche da Angela Barbanente, vice presidente della Regione Puglia, che recentemente ha annunciato una delibera di Giunta per porre un freno alle energie pulite, Secondo i dati forniti dalla Regione, nel 2011, le fonti pulite hanno garantito quasi il 45% dei consumi pugliesi e nel 2013 si dovrebbe arrivare al 55% (a livello nazionale il dato è al 29%). A fronte di un consumo pari a circa 18.000 GWh, nel 2012 sono stati prodotti circa 39.000 GWh, di cui 31 termoelettrici. Un “tesoretto” che però non rimane in Puglia ma che “migra” verso altre regioni. Il burden sharing, vale a dire gli obiettivi regionali in materia di produzione da fonte rinnovabile per arrivare al raggiungimento dei target europei al 2020, impone delle soglie che per la Puglia equivalgono al 13,7% di produzione da fonti rinnovabili entro il 2020.
Della Puglia ho dimenticato i vitigni abbandonati e la gente schiavizzata e piegata dalla fatica nei campi fotovoltaici. Mi è rimasto invece il ricordo di una terra meravigliosa plasmata da tanta gente che lavora sodo, mi sono rimasti il calore del sole, il profumo del mare e la fresca carezza del vento”. (Da “Il sole, le ali e la civetta”, Stefano Caproni, perito elettrotecnico che ha collaborato alla realizzazione di alcuni impianti in Salento).
Solo oggi però la Regione Puglia chiede al Governo di rivedere questi piani perché il territorio ha superato la propria capacità di carico. Una regione nel caos dove non esiste un registro ufficiale degli impianti e dove fondi di investimento e società estere, perlopiù cinesi, tedesche e spagnole, hanno realizzato impianti grazie ai generosi incentivi italiani. Su fronte degli investimenti infatti, facendo riferimento agli ultimi dati divulgati in occasione del Renewable Energy Summit, a livello nazionale sono stati installati 25 GW fra eolico e solare fotovoltaico, per un flusso totale di investimenti di oltre 70 miliardi di euro. Sommando la potenza installata di eolico e solare in Puglia questa risulta pari al 18% del totale della potenza installata in Italia: se applichiamo brutalmente a questa percentuale i 70 miliardi di cui sopra, gli investimenti destinati alla Puglia sono stati circa 12 miliardi e mezzo. Se invece consideriamo il fatturato annuo generato dal solo fotovoltaico a livello nazionale, in Puglia una stima approssimativa ci porta a circa 2 miliardi di euro di giro d’affari per il 2012. Una cifra stimata applicando il 18,5%, cioè la quota della Puglia sul totale della produzione fotovoltaica nazionale, al fatturato totale italiano del solare che per il 2012 era di circa 11 miliardi.
Un bel po’ di soldi di cui il territorio sta ancora aspettando gli effettivi ritorni, sia sul fronte economico che su quello occupazionale. E a questa domanda purtroppo, nessuno ha ancora dato una risposta. Tantomeno rilasciato un’intervista.
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