Dopo l’arresto di undici persone, tra spagnoli e siciliani e, il sequestro di 60 impianti, continuano le verifiche da parte delle procure pugliesi. Finiti sotto inchiesta altri 41 impianti per omessi controlli.
Non si arresta la tempesta solare che ha travolto gli uffici regionali pugliesi. Quarantuno sono gli impianti finiti nelle maglie dell’inchiesta che il pm Franesco Bretone sta conducendo sullo scandalo del fotovoltaico pugliese. Al centro dell’inchiesta, anche l’ufficio energia della Regione dove i carabinieri, nei giorni scorsi, hanno acquisito i documenti utili all’indagine. Secondo gli inquirenti sarebbero state rilasciate le autorizzazioni per costruire gli impianti ma senza i dovuti controlli sulle fideiussioni bancarie o quantomeno gli uffici, pur messi in allarme, non avrebbero provveduto alla revoca dell’autorizzazione.
Un pasticcio burocratico che vede coinvolti anche gli impianti eolici. E il tutto ruota intorno a una vecchia legge del 2009 che consentiva, a chi volesse realizzare un impianto da 1 Megawatt, di costruirlo saltando le autorizzazioni regionali e dichiarando soltanto l’inizio attività ai Comuni. Bastavano una Dia – (Dichiarazione di inizio attività) e 2 milioni di euro, investimento che grazie agli incentivi statali si ripagava sei volte nel giro di dieci anni, per costruire un impianto. La norma è stata abrogata nel 2011 ma intanto sono spuntati 1-813 impianti fotovoltaici. E senza alcun controllo: bastava chiedere quattro Dia su quattro suoli contigui per saltare ogni procedura di controllo e ritrovarsi con un parco da 10 milioni di euro. Secondo gli accertamenti e i rilevamenti dall’alto, risulterebbe addirittura che numerosi parchi eolici (e fotovoltaici) non esistono sulle cartografie degli uffici regionali. Un bella matassa da sbrogliare che vede sotto controllo 150 impianti eolici in 40 comuni e un centinaio di impianti fotovoltaici realizzati in 20 comuni della provincia di Lecce.
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Proprio un bello schifo. Ma il partito del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (SEL) ed il Presidente Vendola stesso, dove stavano, tutti girati dall’altra parte? Non basta dichiararsi “ecologici” (SEL – Sinistra Ecologia e Libertà) per esserlo poi nella realtà.
Purtroppo il malaffare, il clientelismo, l’intrallazzo albergano anche nei partiti di sinistra, che spesso tirano in ballo la “questione morale”. E’ proprio un’intera classe politica, tre generazioni di classe dirigente, da mandare a casa. La colpa però, come sempre, è del popolo, dei cittadini, che si prostituiscono ai politici per un piatto di lenticchie.
E aggiungerei che il piatto di lenticchie ce lo siamo pagati noi per poi non trovare neanche più quello. Al territorio rimarranno gli impianti da smaltire (se va bene a costi esorbitanti), mentre gli incentivi in parte sono già volati via o quantomeno hanno finanziato prassi – a quanto pare – illegali. Non è ancora chiaro che fine faranno gli incentivi destinati agli impianti sotto inchiesta e a chi andranno, una volta sequestrati dalla Magistratura; vero è che continuiamo a pagarli in cambio di lenticchie.