Potrebbe essere la più grande bonifica mai messa in atto dal Governo Italiano quella per liberare il nostro territorio dalle scorie nucleari. Per farlo però ci vorrebbe un investimento di ben 8 miliardi.
Questo è quanto prevede il piano industriale 2011-2015 presentato ieri dalla Sogin che, entro il 2015, realizzerà un parco tecnologico e, finalmente, il tanto atteso deposito. Il progetto dell’azienda incaricata dallo Stato di gestire il post atomo prevede infatti la costruzione di un centro di stoccaggio che consentirà la sistemazione definitiva di circa 80mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e, la custodia temporanea di circa 12.500 metri cubi di rifiuti provenienti altre attività.
Il problema però rimane, ancora, l’individuazione del sito che naturalmente non è stato deciso. Tra le cinquanta ipotesi presentate, nessuna sembra prevalere. Nel sito prescelto verranno stoccati 90 mila metri cubi di rifiuti, di cui il 70% proverrà dagli impianti nucleari e, il restante 30% da attività medicali Forse le amministrazioni locali non saranno propriamente felici di detenere tutto l’ammontare di scorie radioattive prodotte dalle nostre centrali anche se la Comunità europea ha imposto di identificare un sito e fare un piano deposito entro il 2015.
Nel frattempo un veto è già arrivato ma in controtendenza. Il ministero dei Beni culturali ha imposto che la centrale nucleare “Garigliano” di Sessa Aurunca, progettata dall’Architetto Riccardo Morandi non venga distrutta perchè entrata a far parte del “patrimonio” artistico e culturale.
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