In Sicilia 27 sono i passaggi necessari per autorizzare un impianto a energia rinnovabile. Arrestati deputato PD e ingegnere
Il porto delle nebbie, così Emanuele Lauria di Repubblica, delle pagine di Palermo, definisce gli uffici di via La Malfa, sede del Dipartimento Energia della Regione Sicilia. Sui tavoli dei funzionari giacciono oggi ben 1400 richieste, due terzi delle quali relative all’autorizzazione di impianti fotovoltaici. La più antica risale al 2005, le ultime sono di questi giorni.
Del resto, si sa, in Sicilia il sole splende per 2100 ore all’anno, contro le 1687 di Roma e le 1265 di Parigi. Un’Eldorado, dove per vedere autorizzato un impianto, un imprenditore deve passare da ventisette uffici incaricati di “mettere un visto”: Sovrintendenze, Geni Civili, assessorato al Territorio che deve esprimersi sulla valutazione di impatto ambientale e, tanti altri.
Ma tanti sono anche gli imprenditori che, grazie alle proprie conoscenze, possono ricorrere a mediatori compiacenti o possono sfruttare i buoni rapporti con la politica.
In Prefettura, a Palermo, secondo quanto riportato da Repubblica, si parla già di una nuova Tangentopoli e Gaspare Vitrano, deputato regionale del Pd, è stato il primo politico colto in flagrante mentre intascava, da un imprenditore che opera nel fotovoltaico, una mazzetta da 10 mila euro. A far da tramite tra i due, sarebbe stato l’Ing. Pier Giorgio Ingrassia, direttore dei lavori in un cantiere di Roccamena (PA).
Nel frattempo il nuovo Assessore all’Energia, Giosuè Marino ha disposto un provvedimento che impedisce a qualsiasi esterno di visitare gli uffici, oltre ad un massiccio “ricambio” del personale interno. Secondo la riforma di Marino, le conferenze di servizi saranno obbligatorie e, tutti i funzionari degli enti coinvolti dovranno sempre parteciparvi, con tempi certi dalla convocazione alla definizione dei vari pareri.
In suo aiuto, si spera, la legge nazionale che, secondo il nuovo decreto: “chi tenterà di ottenere contributi per le fonti rinnovabili con “documenti non veritieri” o “dichiarazioni false” non potrà più richiedere incentivi per 10 anni”.
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