Un blog che parla di green economy lontano dalle cronache ufficiali e dai comunicati aziendali. Le storie del mondo green raccontate da un altro punto di vista.

Shopping sostenibile e vintage sono l’equazione perfetta per un riciclo rispettoso, attento all’ambiente, senza trascurare la moda e lo stile.

Secondo uno studio condotto da ThredUp, le donne che lo scorso anno erano disposte ad acquistare indumenti vintage sono state il 64% rispetto al 45% del 2016. E anche la “circolarità della moda”, il nuovo termine che si riferisce al riciclo dell’abbigliamento, è destinata a raggiungere 51 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, rispetto ai 24 miliardi di dollari attuali. La moda è cambiata e sempre più sposa la sostenibilità ma anche l’autenticità e l’originalità. Nell’era di Instagram quale miglior modo per distinguersi se non indossare abiti che pochi altri possiedono?

Il vintage è unico per definizione e da sempre le case di moda si ispirano a tagli, stili e dimensioni del passato. Basti pensare alla nuova collezione di Gucci ispirata ai figli di fiori degli anni 70 o al minimalismo degli anni 90 di Dior che ha sfilato recentemente sulle passerelle. Tantissimi i nuovi designer emergenti che prendono spunto da epoche in cui i loro genitori erano ancora figli dei fiori: dal punk-revivalista Charles Jeffrey, a James Theseus Buck e Luke Brooks di Rottingdean Bazaar. “I team di design di alto livello guardano alle epoche passate”, afferma Nicky Albrechtsen, l’autore di Vintage Fashion Complete https://www.amazon.it/Vintage-fashion-complete-Nicky-Albrechtsen/dp/0500517614, riferendosi agli abiti in stile prateria di Erdem e Zimmermann, “reminiscenza delle mode nostalgiche degli anni ’70”, nonché a marchi di culto come The Vampire’s Wife e Batsheva.

Pezzi unici, iconici, senza tempo con almeno 20 anni di vita. Questo è il vintage che nulla ha a che fare con il “second hand” e che si è ormai conquistato un ruolo di tutto rispetto tra celebrities del mondo dello spettacolo e non solo. Chi avrebbe mai pensato che Kim Kardashian, una donna del valore di 350 milioni di dollari che di   solito indossa Balmain e bodycon, si sarebbe convertita alla moda sostenibile? O che Meghan, la duchessa di Sussex, che nella sua apparizione a Vogue British indossava un vestito di Dior degli anni ’60.