Convegno a Milano sull’auto elettrica senza la presenza di A2A che in città si occupa delle stazioni di ricarica
“Se da qui al 2020, per ogni cinque nuove auto ce ne fosse una elettrica, l’Italia si troverebbe con una flotta composta per il 10% da vetture che non emettono smog o gas serra, ottenendo un risparmio di oltre 5 miliardi di litri di benzina (oggi il consumo annuale di benzina si aggira attorno ai 13 miliardi di litri). Inoltre se la nuova flotta di auto elettriche fosse alimentata con le energie rinnovabili invece che da centrali tradizionali, il nostro Paese abbatterebbe le emissioni di gas serra di quasi sei milioni di tonnellate, l’1,1% del totale nazionale”. Così il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, intervenuto al convegno “L’auto elettrica ama il green” che si è tenuto stamattina a Milano organizzato dall’assessorato alla Mobilità e Ambiente del comune di Milano con Asso Energie Future.
«L’auto elettrica sta diventando un prodotto significativo, anche se di nicchia, per i sistemi urbani – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente. Ci sono grandi case automobilistiche europee che stanno investendo su questo. Io spero che l’Italia riesca a consolidare la sua capacità produttiva per fare in modo che non succeda quello che è successo con il fotovoltaico. Siamo diventati importatori di moduli fotovoltaici, piuttosto che cogliere l’occasione degli incentivi per stimolare la produzione nazionale».
Sul fotovoltaico è vero che si è persa l’occasione di creare una filiera nazionale ma dei 150 mila nuovi posti di lavoro promessi 3 anni fa, sarebbe importante quantificare, ad oggi, quanti ne sono rimasti. E la responsabilità non è solo della classe imprenditoriale italiana che non è stata all’altezza ma del Governo che, in mancanza di una politica industriale, ha pensato di attrarre investimenti dall’estero incentivando tecnologie già vecchie.
Il nuovo Eldorado dell’industria green sembra quindi essere l’auto elettrica: la produzione di 360 mila auto elettriche potrebbe portare 35 mila posti di lavoro, senza considerare l’indotto.
A parole, tutti concordano che l’auto elettrica è una di quelle cose che farebbe bene all’ambiente ma poi, pochissimi ne comprano una. Negli Stati Uniti, nonostante gli incentivi, le vendite di Nissan Leaf, diventata l’auto dell’anno oltre che la protagonista di un documentario e, la Chevrolet Volt, si sono fermate a sole 10mila unità. In Italia i veicoli elettrici immatricolati nel 2011 sono stati 103.
Se l’America è quindi il paese che anticipa le tendenze anche sull’auto elettrica è forse il caso di fare una riflessione, lontana dai convegni e dalle dichiarazioni politiche che parlano di grandi numeri. Secondo la Divisione dedicata alle nuove energie di Bloomberg: “negli Stati Uniti la capacità produttiva delle batterie al litio sarà notevolmente superiore alla domanda a meno che la domanda di automobili crescerà significativamente”.
Diana DeGette, del Partito Democratico ha recentemente dichiarato che: “gli investimenti nell’industria dell’auto elettrica potrebbero essere a rischio e, con loro, i soldi dei contribuenti americani. La Cina potrebbe svegliarsi e decidere di inondare il mercato di componenti, come del resto già successo per le celle solari”.
Del resto la Cina, oggi è già il più grande mercato automobilistico al mondo, con 20 milioni di mezzi all’anno e intende arrivare entro il 2015 a un milione di auto elettriche.
Prepariamoci quindi al nuovo tormentone green che vedrà tutti felicemente coinvolti nel nuovo progetto di mobilità elettrica. Ma prepariamoci anche a verificarne i risultati sul campo. In un periodo di pesanti tagli non è ancora chiaro quali saranno gli aiuti previsti e soprattutto se gli italiani avranno voglia di spendere altri soldi per passare all’auto pulita. Magari gli incentivi potranno convincere qualcuno ma nel frattempo bisognerà creare la filiera che andrà comunque supportata con una vera politica industriale.
E, conti alla mano, sarebbe anche opportuno che si iniziasse a ragionare seriamente su quanto inquina la mobilità emission free. Filippo Zuliani su il Post di oggi cerca di dare una risposta mettendo a confronto i consumi di un’auto tradizionale, rispetto ad una elettrica.
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Ciao Alessandro
infatti il grosso problema sono le lunghe percorrenze. La spinta del Governo dovrebbe forse orientarsi più verso l’uso dell’auto elettriche nei centri urbani che non sulla grande produzione di scala. Ma l’Italia si sa è il paese dei grandi progetti industriali nati già monchi.
Nel mondo automotive senza Fiat in italia non si può fare niente
E mi sembra che Marchionne abbia altre priorità
Marchionne sa già come sta andando negli Stati Uniti e non gliene importa niente di cavalcare politiche industriali perdenti, peraltro troppo vicine al mondo ambientalista.