E’ ”urgente” fare un Piano per combattere il dissesto idrogeologico. Lo dice il ministro Corrado Clini a Sky tg 24 a proposito delle conseguenze per il maltempo e le alluvioni sull’Italia.
”Bisogna assolutamente fare un programma nazionale di manutenzione e gestione del territorio – afferma Clini – che renda il territorio protetto rispetto a questa situazione climatica nuova. Come governo abbiamo liberato 1 miliardo di euro negli ultimi 8 mesi per la prevenzione del dissesto idrogeologico ma abbiamo bisogno di un Piano di lungo periodo con interventi stabili; dobbiamo capire e far capire che qui si tratta di lavorare tutti i giorni e non soltanto quando c’e’ la pioggia”.
Il nostro territorio, spiega il ministro, e’ ”molto vulnerabile a questa situazione climatica nuova che ormai e’ nuova da un po’ dal momento che la ”serie storica di questi eventi e’ di circa 20 anni”. Si tratta di storia per molti versi attesa perche’ siamo in presenza di variazioni climatiche caratterizzate in particolare in questo periodo da precipitazioni che in pochissimo tempo concentrano una grande quantita’ di acqua e mettono sotto stress sistemi abituati a regimi di piogge diverse”.
Corrado Clini chiede inoltre che, “l’Europa liberi le risorse per la protezione del territorio dai vincoli del patto di stabilità, perché è assurdo tenere bloccate risorse già disponibili. L’Italia avrebbe infatti bisogno di interventi per circa 40 miliardi nei prossimi 15 anni“. “E’ necessario ed urgente – ha aggiunto Clini – un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita”. Ed è di oggi l’annuncio che a breve presenterà al comitato interministeriale per la programmazione economica un piano contro il dissesto idrogeologico.
Secondo uno studio del Ministero dell’Ambiente, il 9,8% del territorio nazionale – cioè circa 3 milioni di ettari – è classificabile come area ad alta criticita’ idrogeologica e l’82% dei Comuni italiani è in pericolo per il dissesto idrogeologico. Questa disastrosa realtà si sta facendo problema sempre più pressante per chi deve amministrare un territorio e garantirne la sicurezza, specie se non ci sono risorse economiche a disposizione.
Per questo motivo l’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, torna a segnalare le difficoltà e il grande disagio di chi è chiamato ad una importante responsabilità senza avere i mezzi per esercitarla. Il presidente ANCI Graziano Delrio rivolge nuovalmente il suo appello affinché ai Comuni “venga concesso di derogare rispetto ai limiti del patto di stabilità interno, per poter assumere tutte le iniziative volte a garantire la sicurezza dei territori e dei cittadini”.
Sulla stessa linea Wladimiro Boccali, Sindaco di Perugia e Delegato ANCI alla Protezione Civile: “Allentare i vincoli del Patto di stabilità non deve essere un tabù – ha affermato – ed i Comuni l’hanno già chiesto da tempo per impiegare risorse in investimenti. Se si tratta poi di procedere ad un vasto e diffuso lavoro di messa in sicurezza di un territorio, allora gli investimenti sono doverosi”.
Sarebbe di fondamentale importanza anche l’approvazione di un emendamento in Commissione Bilancio della Camera per la deroga al patto di stabilità per i Comuni che devono ripristinare le condizioni ordinarie a seguito di una emergenza di protezione civile – ha dichiarato oggi Boccali.
“La recente riforma della protezione civile introdotta con la legge 100/2012 – ha poi spiegato – non permette di utilizzare risorse straordinarie e in deroga ai vincoli del patto di stabilità per eventi come quelli che hanno colpito la regione Toscana e Umbria di questi giorni. Quindi in attesa di consentire al Sistema Italia di poter fronteggiare le emergenze con una definizione più puntuale dello stato di emergenza in cui possono le Regioni intervenire direttamente, sarà il caso – ha concluso – di permettere ai Comuni, almeno, di intervenire al di fuori dai vincoli stabiliti dal patto di stabilità”.
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