Matteo Renzi alle Invasioni Barbariche stretto dalla Bignardi su “problemi più alti”….l’energia e la competitività delle imprese (oltre ai costi in bolletta) non interessano i radical chic
Ieri sera (domenica 19 gennaio nda) mi sono riguardata la puntata delle Invasioni Barbariche con l’intervista di Daria Bignardi a Matteo Renzi. Un Matteo Renzi particolarmente in forma che, sollecitato dalla conduttrice, ha aggiornato in diretta il famoso file di Excel, quello “non scritto in in democristianese, con il preambolo e frasi arzigogolate”
“Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile, sottolinea Renzi, e pesa sulla produttività. Come primo segnale, dunque, bisogna ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più”.
Che in concreto, secondo Renzi, vuol dire: tagliare gli oneri di distribuzione, cioè far pagare il conto alle reti (Terna e Snam) e ai venditori di energia. La nuova proposta invece mira a ridurre quei 600-700 milioni all’anno dati a grandi aziende disposte a subire un’interruzione della fornitura di energia. Il costo viene scaricato sulle altre imprese. Tagliare questi incentivi “interrompibili” avrà come effetto immediato quello di far salire i costi per alcune grosse aziende.
Obiettivi che però, secondo molti, sembrano non facilmente percorribili, se non ricorrendo a misure straordinarie. Il passato insegna che le distorsioni in bolletta sono dietro l’angolo: in un paese dove non è il libero mercato a prevalere ma l’interesse delle lobby di turno, sappiamo già come potrebbe andare a finire.
Che Renzi debba verificare meglio l’attuabilità dei suoi programmi politici è un dato di fatto ma che nel salotto preferito dai radical chic non si parli di energia è forse un po’ preoccupante. O meglio è preoccupante che si dica“chissenenefrega” quando si parla di temi che riguardano la competitività delle aziende e il rilancio del nostro tessuto produttivo.
I conti, cara Bignardi, anche in politica si dovrebbero fare con il foglio di calcolo alla mano. Quantomeno questo è ciò che interessa gli italiani. Renzi lo ha capito bene perché sul foglio di excel tante persone si giocano il posto di lavoro nel momento in cui non raggiungono gli obiettivi prefissati dalle aziende per cui lavorano. Ben venga a questo punto Bruno Vespa e il suo salotto un po’ patinato con le grisaglie scure e le labbra a canotto. Sicuramente è meno glamour ma almeno uno sforzo per dialogare con il paese reale sembra volerlo fare. Il che è tutto dire!
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