“Questo mi offrirà la gradevole opportunità di rilanciare anche qualche vecchia idea, come la creazione di un ministero per lo Sviluppo Sostenibile, visto che l’economia verde deve essere il cuore del nuovo governo che ho in testa”. Così Pierluigi Bersani in un’intervista rilasciata a Massimo Giannini e pubblicata oggi su Repubblica dove racconta il “suo piano per governare”.
Sette, otto punti programmatici con al primo posto l’Europa e il rientro dal debito, seguito dall’emergenza lavoro e dal disagio sociale. “Il terzo tema”, prosegue Bersani “è la democrazia. Il nuovo governo, immediatamente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti, che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi. Ciascuno di questi punti si tradurrà in un specifico disegno di legge, che giorno dopo giorno farò pubblicare in rete già da giovedì mattina”.
Il segretario del PD è sempre stato un sostenitore convinto delle politiche destinate all’industria che sa innovare: lui è il padre di Industria 2015 che nel 2006 si proponeva, “l’uscita dalla crisi attraverso la centralizzazione del ruolo dell’industria nell’ambito di una rinnovata attenzione culturale (che coinvolga tutta la società e non solo la politica), ai temi dell’economia reale”. Un progetto ambizioso morto praticamente sul nascere che doveva destinare risorse economiche mai arrivate.
Ed ecco allora che dopo la passione per la politica industriale (grande assente di questa campagna elettorale), il segretario del PD scopre una “gradevole opportunità”: la sostenibilità, una parola ormai inflazionata di cui è buon uso riempirsi la bocca perchè vuol dire preservare qualcosa oggi per restituirlo migliore domani. Più che di sostenibilità dovremmo parlare di politica industriale, di politica energetica, di politica occupazionale con dei programmi certi e soprattutto concreti. Senza questi paletti la sostenibilità è solo aria fritta. Se poi Bersani vuole creare un Ministero per organizzare “gradevoli” eventi e simposi sul tema con poltrone da destinare alla vocazione ambientalista del movimento Cinque Stelle potrà farlo ma forse non siamo nel periodo storico giusto. Un cuore pulsante, soprattutto se di Governo, deve saper guardare lontano e non fermarsi alle semplici parole che vanno tanto di moda.
Bersani ha fatto cose intelligenti, altre assai meno.
A 10 chilometri da casa mia (Nettuno, 60 chilometri a sud di Roma)è entrata da poco in funzione la centrale elettrica a ciclo combinato “turbogas” di Aprilia – Campo di Carne. Dall’idea alla realizzazione hanno impiegato dieci anni(grazie anche alle lotte dei cittadini). Il buon Bersani confermò , senza batter ciglio, il progetto della centrale, nato dal famoso decreto “sbloccacentrali” del 2002 (all’epoca “regnando” Berlusconi). Cosa ci sia di “sostenibile” in una centrale “turbogas” da 750 MW me lo vengano a spiegare. Centrale costruita unicamente per fornire elettricità ad altre regioni (a 10 chilometri, presso l’ex centrale nucleare di Latina-Borgo Sabotino, c’è il SAPEI, cavo che scambia elettricità con la Sardegna) e che ora, grazie al fotovoltaico, funziona a mezzo servizio.
Quindi, prima di parlare di sostenibilità, sciacquiamoci la bocca dieci volte, così magari ci passa la voglia…..