Secondo quanto riporta l’Ansa, “l’ex sottosegretario del Governo Monti è accusato di corruzione per aver pattuito la promessa di due contratti da 500 mila euro ciascuno per esprimere un parere di regolarità tecnica del contratto, nonché un parere di congruità del prezzo fissato. Malinconico ha rivestito anche il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza ministeriale preposta alla valutazione sulla corretta gestione del contratto. Nell’indagine spunta anche un istituto scolastico, il Santa Croce di Castellammare di Stabia (Napoli), controllato da Di Martino. All’istituto furono affidate alcune attività, come la programmazione di chiavette Usb necessarie per il sistema di tracciabilità di rifiuti. Un’attività ritenuta solo fittizia ma per la quale sarebbero state erogate all’istituto ingenti somme che finivano invece nella disponibilità di Di Martino. Quest’ultimo avrebbe versato parte dei soldi a titolo di mazzette. La circostanza è stata rivelata da una ex segretaria dell’imprenditore: “Notavo – ha dichiarato la testimone – che poco dopo l’accredito venivano o trasferiti sul suo conto personale o su quello della moglie consistenti somme di denaro”.
La ricostruzione della Guardia di finanza ha dimostrato inoltre che il previsto monitoraggio di ogni carico di scarti industriali o di immondizia urbana sul territorio nazionale (in special modo in Campania) previsto e finanziato nel progetto Sistri non sarebbe mai effettivamente partito, nonostante i 30 milioni di euro già spesi per l’organizzazione e nonostante i notevoli costi imposti a centinaia di utenti, aziende, camion, perfino municipalizzate, costretti a dotarsi di una scatola nera sui camion
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