Presentato a Milano il “Trac 2013 Italia”, la ricerca di Transparency sulla trasparenza delle 15 più grandi aziende italiane e su quale è il loro impegno contro la corruzione. Da Unioncamere Lombardia il “Repertorio online 2013 delle Buone Prassi di CSR”.
Il nome sta per Transparency in Corporate Reporting la ricerca che, dal 2013, dalla sede centrale di Berlino di Transparency International. è stata estesa ad ogni singolo paese. Centocinque sono le aziende coinvolte nel report a livello mondiale mentre i paesi che hanno aderito, oltre all’Italia, sono Svezia, Norvegia, Lituania, Ungheria, Grecia, Argentina e Kuwait.
In Italia 15 sono state le aziende analizzate, prescelte per capitalizzazione di mercato secondo la classifica stilata da Forbes nell’aprile 2012. Entrando nel merito dei risultati, secondo Transparency, Eni, fatto cento, risulta essere al 100% per quanto riguarda il programma anticorruzione, al 100% per trasparenza organizzativa e al 13,6% per quanto riguarda il report paese per paese. Seguita da Enel (100% programma anticorruzione, 75% trasparenza organizzativa, 3,5% report paese per paese), da Terna (62% programma anticorruzione, 100% trasparenza organizzativa, 10,0% report paese per paese), da Generali (92% programma anticorruzione, 75% trasparenza organizzativa, 1,6% report paese per paese); da Telecom (85% programma anticorruzione, 75% trasparenza organizzativa, 8,6% report paese per paese). Altre dieci sono state le aziende valutate da Transparency e i risultati sono visibili qui.
Per quanto riguarda invece la valutazione complessiva dei dati, alla voce “programma anticorruzione” troviamo un buon risultato in termini generali: 67% è il punteggio medio. La trasparenza organizzativa delle aziende è intorno al 78% mentre deludente è il report paese per paese: solo il 6% comunica ciò che accade. Solo 3 aziende raggiungono un risultato superiore al 10%, mentre per 3 aziende si è riscontrato uno 0% netto. Risultato che, secondo Transparency, impone alcune riflessioni: la rendicontazione paese per paese non è stata ancora oggetto di attenzione normativa che imponga di presentare dati precisi in questo ambito. Spesso poi i contributi alle comunità locali, ben evidenziati nel “Bilancio di sostenibilità” delle aziende, non riporta quasi mai la cifra relativa agli investimenti effettuati nel singolo paese. Ciò che di buono viene fatto dall’azienda, sempre secondo Transparency, in molti casi non viene comunicato in modo altrettanto efficace. I Codici Etici, presenti su tutti i siti web delle aziende analizzate, risultano spesso poco efficaci e insufficientemente dettagliati. Laddove manca uno specifico programma anticorruzione è stato utilizzato il Codice Etico o il Codice di Comportamento che però risulta essere fumoso, ridondante e vago.
Valorizzare le buone prassi è quindi fondamentale perchè, come ha spiegato anche la presidente di Transparency International Italia, Maria Teresa Brassiolo, “la trasparenza rende le aziende più competitive. E’ necessario che le aziende si impegnino contro la corruzione, soprattutto le medie e piccole imprese che operano sul territorio“. Un’assunzione di responsabilità diretta che deve coinvolgere l’azienda a trecentosessantagradi: dalla facilitazione dei pagamenti, ai regali, ai viaggi, all’ospitalità, ai contributi ai politici, alle procedure di acquisto e vendita, alla gestione delle risorse umane e delle segnalazioni fatte dai dipendenti, ai programmi di formazione su questi temi.
Responsabilità su cui anche Francesco Bettoni, presidente Unioncamere Lombardia, si è dichiarato d’accordo. “Gli imprenditori hanno una grande responsabilità nel difficile contesto economico di oggi, che van ben oltre il semplice profitto. E’ giunto il momento di saper comunicare adeguatamente il loro ruolo al mercato e al pubblicato”, ha spiegato il presidente di Unioncamere. “In Lombardia da sempre le Camere di Commercio supportano imprenditori e associazioni per farne emerge le eccellenze. E’ importante per tutti avere imprese sane, oneste e impegnate al fianco di lavoratori e territorio, pienamente consapevoli del loro ruolo sociale“.
Le aziende, le cooperative e le organizzazioni presenti sul territorio lombardo potranno aderire al progetto di Unioncamere segnalando il proprio interesse direttamente sul sito http://csr.unioncamerelombardia.it. L’immagine e la reputazione delle imprese segnalate verranno valorizzate attraverso il “Repertorio online 2013 delle Buone Prassi di CSR”, primo esempio in Italia di raccolta volontaria delle imprese responsabili e che introduce quest’anno il tema della lotta alla corruzione.
Tutte le “big companies” italiane sono iper-certificate ISO 9000 -14000 ecc.ecc. (una certificazione non si nega a nessuno, basta pagare) . Tutte hanno bilanci di sostenibilità, codici etici , praticano la CSR.
Andate a spiegarlo agli abitanti delle valli della Patagonia cilena, cacciati da ENDESA – ENEL, o agli abitanti del delta del Niger, dove ENI ha gli impianti per estrarre petrolio, che respirano le esalazioni prodotte dalla combustione del gas di scarto (gas flaring).
Per non parlare degli intrallazzi che occorre praticare per fare affari con i paesi del sud del mondo (ma anche con quelli del nord…).
Senza andare troppo lontano basta andare in Val d’Agri in Basilicata e chiedere agli abitanti come ENI esercita la propria responsabilità sociale d’impresa
Hai ragione, dimenticavo la Basilicata. Proprio la scorsa settimana su Facebook ho trovato questo video, da far venire i brividi. Povera Basilicata, terra selvaggia (ancora per poco?).
http://www.youtube.com/watch?v=SnoxJAUZNCA