“Sono qui perché mi lascino fare il mio mestiere e ci restituiscano il diritto di produrre energia solare –ha dichiarato Frank Le Borgne, imprenditore francese– “Ci hanno detto che le tariffe erano troppo elevate e che era necessario rivedere il meccanismo: il risultato è che dopo averci incoraggiato in queste tecnologie innovative, il governo ci ha abbandonati.
Con questa notizia inauguriamo una nuova rubrica dal titolo “Tutto il mondo è paese” e raccogliamo la storia dell’imprenditore bretone, dirigente della One Network Energies che dall’11 luglio fa lo sciopero della fame per protestare contro il “volta faccia” del Governo francese. Frank Le Borgne, 46 anni, è diventato in pochi giorni il simbolo della protesta contro la politica francese che nei mesi scorsi ha ridotto drasticamente gli incentivi destinati al settore fotovoltaico. Tagli che hanno portato al licenziamento di 14.000 persone e al collasso dell’intera filiera. Secondo l’imprenditore bretone “non esiste più tariffa incentivante per meno di 250kWp e il mio investimento, 1,5 milioni di euro per un progetto già esistente a San Allouestre (Morbihan), è andato completamente perso. La specialità della nostra società sono i “tracker”, i pannelli solari che ruotano inseguendo il sole ma con queste nuovi incentivi non è più interessante per nessuno investire nell’energia solare“.
Il nostro progetto – spiega Le Borgne – è stato presentato un anno e mezzo fa ma con la moratoria del Governo è stato bloccato e, oggi, con le tariffe in vigore è solo carta straccia. Mi sono appellato al Governo, al capo dello Stato ma nulla da fare: la burocrazia mi ha beffato”. “Se non mi risponderanno”, dice Le Borgne, “continuerò la mia protesta anche con lo sciopero della sete”.
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