La danese Vestas, produttrice di pale eoliche, mette in cassa integrazione 9 dipendenti
Anche per il vento soffia aria di crisi occupazionale. Il colosso delle turbine eoliche, la Vestas, leader mondiale nella produzione di sistemi high tech per la produzione di energia eolica con più di 43.000 turbine in 66 paesi, ha dichiarato lo stato di crisi per lo stabilimento di Taranto. Crisi iniziata l’inverno scorso che ha portato, dopo lunghe trattative con i sindacati, alla cassa integrazione di 9 dipendenti. Inizialmente la proposta fatta dall’azienda riguardava 25 persone su un organico complessivo di 312 unità lavorative. Sono passati solo 6 anni circa, da quando la Gazzetta del Mezzogiorno del 2 luglio 2005 titolava “L’economia di Taranto “vola” tra le turbine di Vestas. Dopo l’Ilva la danese Vestas è la seconda azienda nell’area ionica per numero di occupati e il vento…..spinge Vestas a far ricoprire a Taranto un primario ruolo internazionale nel campo dell’energia eolica”.
Certi trionfalismi fanno parte ormai della storia della green economy in Italia ma – come già detto altre volte – la cautela è sempre più d’obbligo. L’azienda danese, tra l’altro, era già finita nel mirino della Guardia di Finanza per aver frodato il Fisco italiano in materia di IVA. Dall’azienda oggi parlano di riallineamento, dicono, cioè, che la produzione di pale ha superato quella di altre componenti degli impianti eolici e occorre, quindi, rimettere tutto in “linea”.
Nel frattempo i cinesi si stanno affermando anche nella produzione di pale eoliche e la Cina è oggi il maggior produttore di energia eolica al mondo.
Secondo quanto riporta Ecologiae.com, il Paese ha raggiunto il record anche in quest’altro settore, installando la più ampia capacità eolica mondiale, e superando anche gli Stati Uniti. L’installazione delle turbine eoliche è stata incrementata lo scorso anno, portando il colosso asiatico ad una base stimata di 40.000 MW di potenza eolica installata.
La concorrenza spietata sui prezzi della manodopera e sul prodotto finale, oltre alla crisi che sta investendo tutto il settore green, fanno dell’azienda di Taranto un’azienda a rischio. Mi chiedo solo se il nostro Governo interverrà per salvaguardare i posti di lavoro o se anche gli operai della Vestas dovranno scendere in piazza, a Roma, per ribadire i loro diritti. Oggi a ricordarli, solo una pagina della Gazzetta di Taranto del 21 maggio 2011.
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