Dopo anni di denunce da parte dei cittadini per contratti fasulli, la società Teknosol ancora al centro delle inchieste della Procura di Cagliari.
“Fotovoltaico truffa, 500 raggirati e tredici indagati” riporta oggi la Nuova Sardegna. “Una torta da due milioni e 900mila euro di finanziamenti pubblici sarebbe stata interamente ingurgitata da due società”. Al centro dell’inchiesta, la Teknosol, società oggi in liquidazione, già nota in Sardegna per presunte truffe a danno di privati che volevano costruire un impianto fotovoltaico. Per anni infatti la società è stata al centro delle indagini della Procura di Cagliari per le denunce fatte dai cittadini firmatari di un contratto che prevedeva l’installazione dei pannelli, l’inverter per l’allaccio alla rete elettrica, l’espletamento di tutte le pratiche burocratiche e il pagamento del finanziamento (tra i 20 e i 34 mila euro) fino a quando il Gestore dei Servizi Elettrici non avesse riconosciuto loro gli incentivi per l’energia prodotta e immessa in rete (incentivi relativi al quarto conto energia nda). Una volta piazzati i pannelli però il sistema iniziava a fare acqua da tutte le parti. Un ampio fascicolo oggi sul tavolo del pubblico ministero Guido Pani a cui si aggiunge l’ultima denuncia per le domande “truccate” di accesso ai fondi regionali.
Una vicenda iniziata nel 2012 con le prime denunce da parte di privati che, convinti da abili venditori e ingolositi dalla possibilità di poter pagare la bolletta meno cara, hanno stipulato il contratto con la Teknosol. Racconta la signora Daniela Pilu a Sassari notizie: “non ero tanto convinta di voler mettere i pannelli solari, ma il consulente della Teknosol che è venuto a casa ci ha assicurato che non avremmo dovuto pagare niente, anzi avremmo prodotto noi l’energia da vendere all’Enel. Diceva che ci avremmo guadagnato e qualche soldino extra ci serve proprio”. Le bollette però nono sono diminuite di un euro, anzi sono aumentate. “Un bimestre”, racconta ancora la signora Pilu, “abbiamo ricevuto una bolletta Enel di 530 euro. Un duro colpo per l’economia della nostra famiglia. Tanto più che dobbiamo saldare anche i 300 euro della rata della fianziaria”. Rate che, secondo i consulenti della Teknosol, dovevano essere pagate direttamente dalla finanziaria che l’indagine ha rivelato essere in capo al Monte dei Paschi di Siena. Accuse peraltro smentite dalla stessa Teknosol.
Denunce pervenute anche all’Adiconsum Sardegna che, nel dicembre del 2013, è intervenuta ufficialmente per supportare un centinaio di clienti Teknosol. Secondo l’Associazione dei consumatori il prezzo dell’impianto sarebbe stato sproporzionato rispetto al prezzo di mercato (ottomila euro a kilowatt a fronte dei duemila), non ci sarebbero state sufficienti garanzie sugli impianti e, soprattutto, non erano chiare le dinamiche con cui poter accedere agli incentivi statali e al finanziamento.
Ed ecco che, a distanza di qualche mese, la truffa si ripete. Questa volta non sono più gli incentivi statali ma quelli regionali. Sono tre milioni gli euro che la Regione Sardegna ha messo a disposizione per realizzare gli impianti fotovoltaici nelle abitazioni privati su cui è partita una corsa sfrenata per accappararseli in tempo. Le richieste potevano essere presentate dalle 8.30 del 5 febbraio 2013 e avrebbe fatto fede il timbro postale. La cosa anomala però è che tutte le domande riportavano lo stesso orario di partenza, ovvero le 8.30. E dietro questa anomalia la Guardia di Finanz. a ha scoperto che potrebbe esserci una società “vicina” alla Teknosol.
Saranno le indagini delle Procure a far luce sulla vicenda ma nel frattempo i cittadini stanno ancora aspettando che l’impianto fotovoltaico, promesso a costo zero, produca energia e naturalmente soldi.
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