L’italiana Kitegen pronta a produrre energia per gli impianti Alcoa
Non è una boutade di qualche sparuto ambientalista ma una soluzione altamente innovativa che potrebbe salvare gli stabilimenti sardi di Portovesme e il posto di lavoro dei 700 dipendente Alcoa.
La Kitegen, un’azienda di Chieri che conta circa dodici dipendenti, ha presentato al governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, un progetto figlio delle energie rinnovabili di terza generazione che potrebbe risolvere i problemi energetici dell’Alcoa. Aquiloni che salgono fino a mille metri di quota per sfruttare la forza del vento e trasformarla in energia elettrica. Il piano prevede la costruzione di 200 unità accanto agli stabilimenti di Portovesme e verrà discusso oggi nel corso di un summit al Ministero dello Sviluppo Economico.
Un progetto coraggioso che, come spiega Massimo Ippolito, presidente di Kitegen, “può generare energia in abbondanza. Basti pensare che solo uno dei nostri prototipi riesce a generare energia elettrica pari a otto pale eoliche tradizionali”.
Resta ancora da risolvere il nodo costi. La prima proposta prevedeva un investimento iniziale di 55 milioni di euro pari a 50 macchine che adesso sono quadruplicate. Ma il governatore Cappellacci sembra ben intenzionato a proseguire nella realizzazione del progetto e ha annunciato che cercherà i fondi necessari, coinvolgendo anche il mondo accademico, i grandi distributori di energia e gli investitori interessati agli impianti del Sulcis.
Sopra le nostre teste scorre ogni giorno un’inesarubile quantità di energia e l’efficacia dei nostri aquiloni sta proprio nella capacità di intercettare queste correnti d’aria (Massimo Ippolito, presidente di Kitegen)
Come ogni rivoluzione che si rispetti, non mancano però le polemiche. Il blog di Kitegen riporta “l’attenzione” sul fatto che l’ANEV (l’associazione italiana di riferimento dei produttori di energia eolica) non è l’associazione di riferimento per l’eolico troposferico. Oltre ad essere in conflitto di interessi non hanno le informazioni nè la competenza per esprimersi su questa tecnologia. La tecnologia Kite Gen®, fanno sapere dall’azienda, costituisce una evoluzione, o meglio un superamento, del modo attuale di sfruttamento dell’energia eolica. Si tratta di un progetto radicalmente innovativo, che potrà dimostrarsi in grado di battere, qualitativamente e quantitativamente, le prestazioni ottenibili dalle altre fonti rinnovabili, rendendo queste ultime competitive e concretamente sufficienti a risolvere la crisi energetica mondiale.
In attesa di vedere risolta la crisi energetica mondiale grazie agli aquiloni, vediamo se ci sarà una soluzione per una crisi altrettanto importante: quella dei lavoratori Alcoa che da settimane protestano per difendere il proprio posto di lavoro.
“… come spiega Massimo Ippolito … solo uno dei nostri prototipi riesce a generare energia elettrica pari a otto pale eoliche tradizionali”
Sulla carta è vero, nella realtà a tutt’ oggi il volo più lungo non è durato più di trenta minuti, e l’ apparato non ha riversato rete un nemmeno un kilowattora.
Mi sembra che l’ immagine qui sopra non sia del Kitegen, ma del Laddermill.