Dopo due anni di gestazione, la tanto attesa proposta di legge di riforma delle energie rinnovabili in Puglia, è arrivata ieri sul tavolo del Consiglio Regionale. Non è piaciuta però all’Udc che ne ha contestato il numero legale.
Il testo è arrivato in Aula unificando due provvedimenti – il primo a firma dei consiglieri Pd Epifani, Caracciolo, De Gennaro, Ognissanti e il secondo del gruppo consiliare Sel – presentati per la prima volta nel 2010. Tra gli obiettivi principali della proposta di legge ci sono – o per meglio dire ci sarebbero – la semplificazione degli iter amministrativi, l’individuazione delle aree non indonee per la realizzazione degli impianti e l’adeguamento delle norme relative alle autorizzazioni uniche alle linee guida nazionali.
La disputa squisitamente politica tra Casini e Vendola prosegue e come al solito, a farne le spese, le riforme urgenti e necessarie. Anzi, più sono urgenti e necessarie e più sono ostaggio della politica.
In effetti dopo due anni la Puglia può ancora aspettare, tanto che problema c’è. Prima i voti e poi si vedrà.
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Approvata oggi la legge sulle rinnovabili in Puglia. Due le novità sostanziali: la promozione degli impianti per l’autoconsumo e della mobilità sostenibile che porterà a introdurre nella nuova legge sulla distribuzione dei carburanti, l’obbligo di avere una pompa di biocarburanti nelle stazioni di servizio. Manca però l’anagrafe degli impianti che consenta di risalire alle ditte che li hanno realizzati e perseguire possibili illeciti ed abusi.