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E’ di poche ore fa l’annuncio dato dal Ministro Romani di voler rivedere gli incentivi italiani destinati all’energia rinnovabile.

Secondo quanto riportato oggi dall’agenzia Ansa, il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, nel corso di un incontro presso l’Unione Commercianti di Milano, ha dichiarato che: “le energie rinnovabili sono costate, dal 2000 al 2010, 20 miliardi di euro, in cambio del 4,5% di energia prodotta”. Secondo il Ministro: “bisogna interrompere questo meccanismo”.

Intanto la bozza di decreto che verrà discussa domani in pre Consiglio e, approvata mercoledì, prevede la sospensione degli incentivi per ulteriori produzioni da solare fotovoltaico nel caso di raggiungimento anticipato dell’obiettivo degli 8000MW previsto al 2010. Un target che, secondo le previsione del GSE, dovrebbe essere già raggiunto quest’anno. Secondo la bozza, la moratoria durerà “fino alla determinazione, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, da adottare di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del mare, sentita la Conferenza Unificata, di nuovi obiettivi programmatici e della modalità di perseguimento”.

Ma non è solo l’Italia a voler rivedere la propria politica di incentivi destinata alle energie rinnovabili.  Negli Stati Uniti l’85% dei progetti eolici sono a rischio per la mancanza di garanzie da parte di Obama che le aveva promesse nel 2009; la Francia ha introdotto un tetto massimo incentivabile di 500MW l’anno; in Spagna c’è stata una revisione del 45% dei sussidi destinati agli impianti di grossa taglia e del 5% per quelli domestici.

In Inghilterra, dove il settore è appena nato, è prevista una riduzione del 10% entro il 2013 mentre il Governo svizzero ha introdotto un tetto massimo incentivabile, già raggiunto. Chi vorrà fare richiesta dovrà aspettare altri cinque anni.  Ia Germania, da sempre patria dell’energia solare e mercato ormai maturo, le tariffe incentivanti per l’energia fotovoltaica potranno essere ulteriormente ridotte dal 3 al 15 per cento a partire dal prossimo 1 luglio. La decisione è stata presa dal Parlamento tedesco il 24 febbraio scorso, che ha confermato anche una revisione anticipata della legge sulle energie rinnovabili. La revisione delle tariffe entrerà in vigore se la potenza annuale installata raggiungerà un volume di 3,5 gigawatt tra marzo e maggio.

C’è da chiedersi se, a distanza di pochissimi anni, è già iniziato il tramonto dell’industria rinnovabile a livello globale e se, a fronte degli obiettivi che l’Unione Europea si è data per la riduzione delle emissioni (dal 20 al 34% in meno entro il 2020 rispetto al 1990), il mondo stia guardando da un’altra parte.