Secondo l’Herald Tribune il programma statunitense per supportare le nuove tecnologie, tra cui le auto elettriche, è a rischio
Negli Stati Uniti, è il momento delle riflessioni. Dopo la vicenda Solyndra, il produttore americano di celle fotovoltaiche finanziato dallo Stato per 528 milioni di dollari, si inizia a rivedere la politica di finanziamenti pubblici a favore della green economy. Un settore che, anche negli States, cresce troppo velocemente e che è a rischio speculazione.
Secondo quanto riporta l’Herald Tribune i funzionari amministrativi hanno ammesso che il mercato dell’industria verde, in particolare quella del solare, non garantisce il rimborso dei prestiti. Un’azienda, come Solyndra, con tecnologie all’avanguardia, che riesce a costruire una fabbrica in tempo grazie a finanziamenti pubblici, è comunque troppo vulnerabile e può collassare di fronte al calo dei prezzi e alla concorrenza di altri mercati. Jonathan Silver, direttore del Dipartimento dell’Energia statunitense ha dichiarato: “prima di approvare un prestito per la produzione di energia solare o eolica e sviluppare i progetti, dobbiamo essere certi che l’elettricità sia acquisita dalle utilities. Così, si può garantire il flusso di reddito”.
Nel frattempo dal Dipartimento dell’Energia fanno sapere che, un altro settore, quello dell’auto elettrica, è prossimo al finanziamento. Le aziende che costruiranno auto a zero emissioni potranno beneficiare di 2,5 miliardi di dollari. Secondo Kevin C. See, un analista di Lux Research, “il rischio potrebbe essere un eccesso di offerta per alcuni componenti. Sulla base della capacità produttiva annunciata dal nuovo piano di Stato ci aspettiamo di avere più batterie di quanti veicoli si riuscirà a vendere”. “La corsa al cliente finale poi”, secondo See, “aumenterà i rischi di speculazione”.
Ma gli Stati Uniti sono il paese del fare e, nonostante gli esperti siano scettici, non si fermano davanti a niente.
La Nissan North America si è già guadagnata un prestito di 1,44 miliardi di dollari per la costruzione di una nuova fabbrica a Smyrna, nel Tennesse che produrrà la Nissan Leaf e, le batterie elettriche. La Nissan Leaf, auto dell’anno 2011, è già diventata protagonista di “The Revenge of the Electric car”, documentario realizzato a Hollywood candidato al Tribecca Film Festival di quest’anno.
Secondo la Divisione dedicata alle nuove energie di Bloomberg: “la capacità produttiva delle batterie al litio sarà notevolmente superiore alla domanda a meno che, la domanda di automobili crescerà significativamente”.
In un momento di crisi come questo, forse, gli incentivi potrebbero non essere sufficienti per convincere gli americani a passare all’auto pulita e, tra l’altro, in un periodo di tagli al bilancio non è ancora chiaro quali saranno gli aiuti previsti.
Secondo Diana DeGette, del Partito Democratico: “gli investimenti nell’industria dell’auto elettrica potrebbero essere a rischio e, con loro, i soldi dei contribuenti americani”. La Cina potrebbe svegliarsi e decidere di inondare il mercato di componenti, come del resto già successo per le celle solari.
Del resto Mercedes, già l’anno scorso, aveva siglato un accordo con la Cina per la realizzazione di un centro di ricerca comune dove saranno progettate, sviluppate e testate le future auto a zero emissioni. La Cina, che è già il più grande mercato automobilistico al mondo, secondo gli esperti, sarà leader globale anche nelle immatricolazioni di auto elettriche.
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