Da Barcellona
In plaza Catalunya a Barcellona Los Indignados dormono sugli alberi e tra gli slogan, anche il no all’atomo e alla politica di Zapatero sul nucleare. Oggi, in tutta la Spagna, le centrali nucleari sono 8, per un totale di 10 di cui 2 attualmente dismesse.
Il programma nucleare, scelto da Madrid negli anni ’60, fornisce oggi al paese circa il 20% del fabbisogno nazionale ed è dal 1983 che non vede la costruzione di nuovi impianti, nel rispetto di una moratoria sull’atomo. Moratoria che però non vieta l’ampliamento o la messa in sicurezza delle centrali esistenti e, per questo, il Governo Zapatero ha deciso di dare “priorità nazionale al pieno funzionamento degli impianti esistenti”. Solo nella scorsa primavera però il Governo di Madrid aveva annunciato di voler dismettere le centrali entro il 2014. Oggi, una sola centrale verrà chiusa entro il 2013, le altre dovranno funzionare a pieno regime. Anche il programma energetico spagnolo, dopo il pasticcio degli incentivi alle rinnovabili che sono stati tagliati a progetti già avviati con la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di intere fabbriche, non gode certo di chiarezza e continuità.
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