Bella e incisiva la nuova campagna di comunicazione di A2A, salvo qualche piccolo dettaglio di trasparenza verso il cittadino.
Ore 9.20. Tra le prime mail del mattino ne arriva una da parte di A2A e come sempre, la archivio tra le cose da fare. Si tratterà di una bolletta da pagare – penso – ma un particolare attira la mia attenzione.
Nell’oggetto, la parola sostenibilità (ormai inflazionata) accompagnata da “ascoltare per migliorare”. Un linguaggio nuovo e invitante che mi spinge ad aprire i link contenuti nel corpo della mail.
Ancora non troppo convinta (chi scrive si occupa di comunicazione ambientale da oltre vent’anni e di impegni sul piano della responsabilità economica, ambientale e sociale ne ha visti tanti) mi concentro sul video.
Bella la grafica, chiare le premesse (anche per chi di sostenibilità non ne sa nulla), coinvolgente il messaggio e soprattutto accattivante il percorso che ti porta a comprendere i risultati (quelli di A2A che vi invito a guardare).
La mail riportava anche un questionario che ho diligentemente compilato.
Alla voce obiettivi, oltre a quello molto interessante “di distribuire valore economico ai propri interlocutori sul territorio sotto forma di dividendi, stipendi, interessi ecc,” metterei anche “abbreviare i disagi per i cittadini”. Da cittadina milanese che per mesi ha visto la propria via “sconquassata” da enormi tubi per il teleriscaldamento e camion che li scaricavano, vorrei aggiungere che sì, va bene l’energia pulita ma con una gestione dei fornitori – forse – un po’ più attenta. Sotto casa mia il cantiere sotterraneo è stato aperto e riaperto ben quattro volte.
Alla domanda di “come giudica l’impegno ambientale di A2A” la voce “gestione responsabile dell’acqua”, poteva essere esplicitata meglio. Nel core business di A2A la produzione di energia rinnovabile da fonte idroelettrica è da sempre al primo posto e il consumo dell’acqua è una voce fondamentale.
In ultimo, a voler essere pignoli, anche sul “recupero energia dai rifiuti”, è vero che i cittadini non sempre sono informati ma di CIP6 (gli incentivi destinati alle cosidette assimiliate o finte rinnovabili bruciate negli inceneritori) ne avranno sentito parlare. Quindi va bene chiedere se si vorrebbe più energia rinnovabile ma forse con le dovute spiegazioni del caso.
Piccoli dettagli che però non offuscano una bella campagna di comunicazione, ben costruita e per una volta poco auto celebrativa.
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