Trento, Venezia, Bologna e Foggia tra i primi quattro comuni più attenti ai problemi ambientali
Aumenta la raccolta dei rifiuti urbani, diminuisce l’uso di acqua per uso domestico, decresce il numero medio di giorni in cui si è registrato il superamento dei valori del PM10, aumenta la zonizzazione acustica in alcune città, crescono gli abitanti che utilizzano i mezzi pubblici, il verde pubblico a disposizione è più o meno lo stesso e, più edifici comunali installano pannelli fotovoltaici sui tetti.
Un quadro tutto sommato positivo che presenta un’Italia dove le città migliorano le loro performance ambientali, soprattutto sul fronte della raccolta e della differenziazione dei rifiuti urbani.
La raccolta dei rifiuti urbani nei 116 comuni capoluogo di provincia risulta pari a 609,5 kg per abitante, con un aumento dello 0,9% rispetto al 2009, dopo un triennio di andamento decrescente. La raccolta differenziata è pari al 31,7%, in aumento del 1,4% rispetto all’anno precedente. 13 sono i comuni capoluogo di provincia (Pordenone, Novara, Carbonia, Verbania, Salerno, Avellino, Nuoro, Belluno, Oristano, Asti, Tortolì, Rovigo e Trento) che hanno già superato l’obiettivo del 60%; 34 sono quelli che sono oltre il 50%. La Campania rimane sempre il fanalino di coda con la quota più bassa di raccolta differenziata: Napoli (17,7%) mentre gli altri capoluoghi campani superano la media nazionale. Salerno 71,0%, Avellino 67,3%, Caserta 46,9% e Benevento 33,9%.
Sul fronte raccolta differenziata Verona è l’unico dei grandi comuni che ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata, seguita da Torino (43,3%), Firenze (38,4%), Milano (35,9%), Venezia (35,6%) e Bologna (34,8%). Fanalini di coda Palermo e Catania dove la raccolta differenziata risulta rispettivamente a 7,7% e 6,8%.
In miglioramento, nel 2010, anche la qualità dell’aria: nel corso dell’anno i giorni in cui si è superato il livello medio di PM10 (il valore pericoloso per la salute umana) sono stati 44,6 rispetto ai 54,1 registrati nel 2009. Questo, grazie alle nuove misure di limitazione della circolazione introdotta dai Comuni come ad esempio Napoli che ha registrato 75 giornate in meno rispetto al 2009, Genova 39; Bari 38; Roma 28, Verona 23, Firenze 22, Milano 21, Torino 20 e Catania 16.
Aria più pulita grazie alla diminuzione del consumo di energia elettrica per uso domestico e all’aumento dei consumi pro capite di gas metano per il riscaldamento: 422,3 m3 per abitante contro i 403,3 m3 del 2009. In crescita anche l’uso di fonti rinnovabili. Il numero di comuni che hanno predisposto forme di teleriscaldamento è passato dagli 11 del 2000 ai 31 del 2010 mentre per il solare termico i metri quadri installati ogni 1000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01m2 del 2000 a 0,80 m2 del 2010.
Brutte notizie sul fronte dell’inquinamento acustico dove il superamento dei limiti previsti dalla normativa è stato registrato nel 57,2% dei casi, rispetto al 42,8% del 2009. Alla fine del 2010, 74 sono i Comuni che hanno previsto la zonizzazione acustica del territorio comunale: Torino, Mantova, Pescara e Iglesias hanno approvato un provvedimento proprio nel corso dell’anno scorso.
Infine, diminuisce il consumo di acqua nei 115 comuni capoluogo di Provincia che, rispetto al 2009, si è ridotto dell1,9% e che conferma un trend già in atto da diversi anni: gli italiani sono più attenti al consumo della risorsa idrica e, ai relativi costi.
In ultimo, come noto, gli abitanti delle città italiane non rinunciano all’uso dell’auto: il tasso di motorizzazione risulta elevato quasi ovunque con più di 600 autovetture per mille abitanti. Unica eccezione Barletta (496,5), Genova (468,6) e Venezia (707), in controtendenza per la loro particolare struttura urbanistica
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