Un’indagine di TNS presentata al Forum della Comunicazione
Sanità e impiego sono i due temi più a cuore dei cittadini europei. Sviluppo ecosostenibile e protezione dell’ambiente sono solo dopo il settimo posto, con appena un italiano su 2 in grado di “spiccicare parola” sul significato di eco-sostenibilità.”, è ciò che emerge da una recentissima indagine presentata da Stefano Carlin, direttore del business TNS Italia nel corso dell’ultima edizione del Forum della Comunicazione, tenutosi a Roma l’8 e il 9 giugno scorsi.
Lo studio di TNS è stato effettuato su più di 6000 consumatori in 6 Paesi Europei (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Olanda) con l’intento di valutare il punto di vista del consumatore su ecosostenibilità e impatto ambientale, nelle percezioni, nelle abitudini di vita e nelle scelte quotidiane di acquisto e consumo (Maggio 2011 – TNS – Does sustainability means green?).
Un primo quadro della situazione era emerso già qualche anno fa (2009), attraverso lo studio di Eurobarometro (Fonte EB n.256 – Attitudini degli Europei nei confronti di produzione e consumo sostenibile), che TNS effettua, nella sua fase qualitativa, per la Commissione Europea.
Quello che ne emergeva era una generale coscienza e sensibilità degli Europei (27 Paesi più la Croazia) relativamente all’impatto ambientale dei prodotti acquistati ed utilizzati e la valutazione, da parte di un terzo circa degli intervistati (26.500 individui con più di 15 anni) del riciclo e della riduzione dei rifiuti come le due azioni con il più alto impatto per la risoluzione dei problemi ambientali.
Sembra dunque che l’impegno di enti governativi, centrali o locali, aziende ed individui, sia la leva prioritaria, per il successo di un nuovo modello di sviluppo, che tenga in considerazione non solo i nostri bisogni, ma anche quelli delle generazioni future.
Ma qual è il punto di vista dei consumatori? Come vengono percepiti questi grandi temi e come influenzano la vita quotidiana? Sembra abbastanza chiaro che le imprese siano coscienti di queste problematiche ed intervengano per minimizzare l’impatto del processo produttivo sul sistema. Ma tutto questo ha un costo, naturalmente. E quanto viene percepito dal consumatore di questo piccolo o grande sforzo a sostegno del sistema? Viene esso valorizzato, con un conseguente valore aggiunto “intangibile” per i prodotti di quell’azienda o la forza del brand rimane prioritaria come driver d’acquisto?
Nel corso del Forum sono state presentate anche alcune best practises su come lo sviluppo del territorio passi attraverso la green economy e come, quando si parla di sostenibilitò, “le Pubbliche Amministrazioni debbano essere in primo luogo credibili sulla base dei risultati raggiunti; altrimenti i cittadini non sono certo disposti ad accollarsi i relativi costi”. Questo, è quanto dichiarato dal Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca intervenuto alla tavola rotonda su “Parola chiave sostenibilità. Il futuro è Green. Sviluppo sostenibile, energia, CSR: come si sposano i nuovi imperativi nelle realtà green – oriented” Ad esempio, abbiamo raggiunto il primato della raccolta differenziata con la collaborazione dei cittadini ed un severo piano industriale che grava molto sulle casse del Comune di Salerno. La gente ci ha seguito perché ha constatato la qualità del servizio, ma se la città fosse stata sporca non ci sarebbe stato nulla da fare. Non si può parlare di sostenibilità se non si garantiscono i servizi essenziali, la sicurezza, il lavoro. Noi siamo partiti dimostrando che l’ambiente non è un tema astratto ma di sviluppo” ha affermato il primo cittadino di Salerno che ha trasformato Salerno nel primo capoluogo d’Italia per raccolta differenziata, con “un miliardo e 500 milioni di euro investiti in progetti e cantieri ecosostenibili (tra i quali il più grande impianto fotovoltaico del paese), e a giugno inaugureremo la prima fase del wi-fi gratuito per la città”.
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